L'intervento del Ministro Calderoli a difesa della legge sulle deroghe della Lombardia ha certamente contribuito a distendere le tensioni nel mondo venatorio, puntualmente bersagliato a colpi di ricorsi e impugnative costituzionali. Il Governo insomma ha finalmente battuto un colpo e dato un segnale di sostegno alle tante amministrazioni regionali che tentano di districarsi in un sistema farraginoso e debole come è quello dell'applicazione delle deroghe alla Direttiva Uccelli in Italia (per le quali il governo centrale ancora latita, come sappiamo, non avendo prodotto le necessarie linee guida affinchè gli organi territoriali possano coerentemente applicarle).
La cosa non è certo piaciuta a chi quei ricorsi li ha promossi a tutti i livelli evocando a più riprese scenari di possibili sanzioni comunitarie. Zanoni in testa, da poco europarlamentare IDV, che le deroghe del Veneto le ha impugnate al Tar, causando la sospensione cautelare del provvedimento amministrativo. “Il Ministro Calderoli – ha dichiarato Zanoni - dopo il famigerato Porcellum, impedendo con il suo intervento al Governo di impugnare la legge regionale lombarda, ha combinato un'altra “porcata”, mettendo così in pericolo oltre ai milioni di animali protetti anche le casse dello Stato e le tasche dei cittadini”,
Anche da Legambiente sono giunte critiche. ''Il ministro Calderoli – ha dichiarato Antonino Morabito - si vanta di aver impedito al Consiglio dei ministri di impugnare la legge della Regione Lombardia sulla caccia in deroga agli uccelli migratori, un provvedimento identico a quello gia' bocciato dalla Corte di Giustizia europea perche' autorizzava a uccidere specie protette. E, poiche' secondo la legge italiana, la fauna e' patrimonio indisponibile dello Stato, il ministro di fatto legittima un'appropriazione indebita ai danni dei cittadini''. Sulla stessa linea anche Wwf, Enpa, Lav e Lipu, intervenute in una nota congiunta.
Soddisfazione, invece, per il presidente della commissione Agricoltura della Regione Lombardia, Carlo Saffioti, e il relatore della legge regionale sulla caccia in deroga, Mauro Parolini. I due consiglieri, si legge su Repubblica, rivendicano "l’impegno profuso dalla commissione regionale lombarda" e assicurano che "la legge di quest’anno - approvata anche con i voti di buona parte della minoranza; n.d.r. - risponde infatti nel modo migliore alle obiezioni precedentemente avanzate ed è conforme alla legislazione nazionale, come ha confermato oggi la decisione del consiglio dei ministri".
Del resto anche l'intero consiglio dei Ministri sembra essere d'accordo con la posizione di Calderoli. Con una sola eccezione. Si dice infatti che la Brambilla sia stata l'unica ad opporsi alla richiesta del ministro leghista di non ratificare l'impugnativa della legge.
(07/10/2011)
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