L'illegittimità costituzionale delle norme sui richiami vivi della Regione Toscana (anno 2009 e 2010) è intervenuta dopo l'acquisizione degli uccelli da parte dei cacciatori, pertanto, secondo la Provincia di Firenze, nessuna responsabilità può essere imputata ai singoli praticanti, a patto che non portino a caccia quei richiami.
Lo ha spiegato in consiglio provinciale la Vice Presidente Laura Cantini, rispondendo ad una interrogazione della Lega Nord. La Cantini ha spiegato che la Provincia attende un riscontro dopo le richiesta di informazioni inviata alla Regione lo scorso 29 settembre in merito alla competenza della norma anche in relazione alla riconosciuta illegittimità costituzionale. . "Non abbiamo ancora una risposta specifica perchè non ci sono disposizioni ulteriori - ha osservato Cantini - Ritengo che i cacciatori siano tenutari legittimi dei richiami, ma non possono utilizzarli".
"Generalmente - ha replicato Cordone, firmatario dell'interrogazione consiliare della Lega Nord - ogni cacciatore possiede introno ai cinque richiami vivi. La vicenda dovrebbe dunque investire una novantina di cacciatori. Credo che eventuali provvedimenti dovrebbero essere presi verso la Provincia e ancor più verso la Regione, piuttosto che verso i cacciatori che vengono indagati e che, a nostro avviso, non devono pagare ingiustamente. Niente multe per loro".
Intanto ieri sull'operazione che ha portato al sequestro di 450 richiami vivi ai cacciatori fiorentini si è tenuta una prima udienza preliminare. Negli ultimi giorni sono trapelati ulteriori dettagli della faccenda: a quanto pare degli oltre 900 richiami individuati (quelli consegnati ai cacciatori nelle due stagioni), quelli effettivamente sequestrati sono 450.
(11/10/2011)
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