Gli esigui ambienti naturali in regioni sovraffolate come la Lombardia
, creano non pochi disagi ai cacciatori di diverse province. Nascono così continue tensioni tra cacciatori di zone confinanti, più o meno ricche di territori cacciabili. Come quello nato tra
mantovani e bresciani per lo "sconfinamento" di questi ultimi, portato addirittura davanti al Tar della Lombardia.
Tutto parte da un ricorso da parte della Provincia di Mantova nei confronti della Regione Lombardia, che aveva concesso autorizzazioni in deroga a 234 cacciatori bresciani per praticare la loro passione nell'alto mantovano. Secondo la Provincia, è questa la motivazione addotta davanti al Tar, con l'aggiunta di quei cacciatori si raggiunge una densità venatoria troppo alta, considerando che a mantova ci sono già 5.874 cacciatori, tanto da pregiudicare, sempre secondo l'amministrazione provinciale, l'equilibrio della fauna locale.
I giudici del Tar hanno però respinto la richiesta dei mantovani, adducendo la motivazione che l'aumento temporaneo dei cacciatori non può essere valutato nei termini di uno scompenso al patrimonio faunistico, proprio per la valenza transitoria della deroga. Il Tar ha anche osservato che la materia di tutela dell'ambiente e dell'ecosistema è di pertinenza esclusiva dello stato. Ora se vorrà, la Provincia di Mantova potrà rivolgersi al Consiglio di Stato.
(11/10/2011)
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