E' l'audace proposta della Federcaccia Toscana e del suo presidente Moreno Periccioli: “fallito il tavolo degli stakeholder e l'analogo tavolo promosso dalle Regioni, pensiamo, con una presunzione tipica toscana, al nostro modello di confronto sulle cose reali. Credo – dichiarava Periccioli prima dell'avvio della stagione – che quel modo di operare, che ha portato alla nuova legge ed ai regolamenti regionali, sia riproponibile alle forze più attente e responsabili, che intendono governare un fenomeno complesso come la caccia senza cedere alle pulsioni degli umori di coscienza, di pancia o alla tentazione di meri calcoli elettoralistici”.
“Penso che dalla Toscana - continua Periccioli nella sua intervista al Notiziario di Federcaccia Toscana - possa ripartire una proposta condivisa di riforma della 157 e che la nostra Regione possa farsi parte diligente per condividerla e presentarla al Parlamento, assieme ad altre quattro regioni, per attivare la discussione in quella sede. Non è una speranza illusoria: è una strada istituzionalmente praticabile e per noi un impegno concreto”.
I principali punti della riforma , sulla base dell'esempio regionale, sono: competenza diretta delle Regioni nella gestione della fauna selvatica; modifica delle funzioni dell'Ispra, volte a fornire dati scientifici utili alle scelte di gestione; riforma del Comitato Tecnico Faunistico Venatorio Nazionale, gestione unitaria di tutto il territorio, superando il dualismo fra terreno cacciabile e aree vietate alla caccia, che apra quindi un ruolo per il mondo venatorio; riorganizzazione dell'accesso agli Atc e della mobilità venatoria; recepimento delle Direttive Ue e della Guida interpretativa della 79/409 e Key Concept, attivando ricerche appropriate tese all'acquisizione di dati scientificamente validati; obbligo per le Regioni di destinare integralmente al settore i proventi delle tasse regionali e destinazione alle regioni del 50% delle tasse di concessione governativa, secondo i principi di federalismo fiscale.
(13/10/2011)
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