La notizia è rimbalzata sui quotidiani locali: il comune di Verona ha vietato l'affissione di alcuni manifesti stampati dal Movimento vegetariano No caccia, perché ritenuti inutilmente cruenti. Il capoluogo guidato da Flavio Tosi, che è anche presidente della Federcaccia veneta, ha soltanto applicato una procedura standard cui devono sottostare tutti i soggetti che fanno richiesta di affissione, che prevede la valutazione dei canoni di pubblico decoro da parte dell'Ufficio affissioni. Quei manifesti tentavano di sensibilizzare l'opinione pubblica mostrando immagini forti che, secondo il Comune, avrebbero potuto turbare bambini e persone non preparate.
Le foto in questione, si legge sul quotidiano l'Arena, sono sei: ritraggono alcuni cacciatori mentre sviscerano alcuni animali, un gatto impallinato, il muso di un camoscio morto e le mani di un uomo completamente coperte di sangue. Sotto, in rosso, una grande scritta: “Un massacro nei boschi e in campagna”. Insomma, uno dei soliti tentativi politicamente scorretti per indirizzare le persone sensibili al credo animalista.
Nell'articolo dell'Arena si apprende anche che gli autori dei manifesti avevano già pagato 1500 euro per l'affissione e che lo stesso Comune ha consigliato al movimento di rivolgersi ad un giurì nazionale per valutare la legittimità o meno dell'affissione. Pare che abbiano declinato. Persuasi forse della loro malefatta?
(14/10/2011)
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