I cacciatori italiani come gli indignati, ingiustamente accusati di far parte dei violenti (i cosiddetti black bloc). E' il parallelo azzardato dal Presidente dell'Associazione Nazionale Libera Caccia, Paolo Sparvoli, che in una lunga nota pubblicata sul sito dell'associazione, ricorda la prima grande manifestazione romana dei cacciatori del 1986, quando una folla impressionante di cacciatori fu disturbata provocatoriamente da uno dei promotori del referendum anticaccia, Marco Pannella.
La stessa cosa il leader dei Radicali l'ha fatta in mezzo agli indignati, che lo hanno cacciato a forza di sputi e insulti dal corteo. “Vedendo queste scene – scrive Sparvoli - ho pensato ad una vendetta della storia e al fatto che, probabilmente, mettersi contro la caccia in maniera così “radicale” e intollerante, porta davvero sfiga. Vi ricordate Pecoraro Scanio? E il buon Prodi?. Ora pensate al triste viale del tramonto imboccato dal duo Berlusconi-Brambilla e dal loro nutrito seguito”.
“Noi cacciatori - continua Sparvoli - siamo gli Indignati, non i Black bloc. Noi siamo la legalità, non la violenza! Questa è la verità, altro che le chiacchiere isteriche di chi si ostina a dipingerci come vandali assassini. Di noi si sa tutto: vita morte e miracoli, come si dice. Viviamo alla luce del sole e andiamo in giro senza passamontagna o caschi integrali. Siamo schedati, catalogati e controllati come forse nessun altro cittadino italiano. E siamo tartassati (nel senso di spremuti dalle tasse) e vessati in tutti i modi possibili e immaginabili: calendari approvati e poi stravolti due giorni prima dell’inizio della stagione; deroghe concesse e poi sospese; sessioni di esame di abilitazione venatoria col contagocce; tempi biblici per il rinnovo della licenza; sempre sotto attacco da parte di televisioni e giornali".
“Eppure – scrive Sparvoli - qualcosa sta lentamente cambiando. I nostri concittadini cominciano a capire di essere stati sempre presi per i fondelli e che il finto animalismo è forse solo uno dei tanti ignobili trucchetti usati dai politicanti per nascondere le vergogne della loro incapacità o del loro malaffare. E anche i cacciatori cominciano ad avere le idee più chiare, visto che mentre l’associazionismo venatorio frana, la Libera Caccia mantiene le sue posizioni e diventa punto di riferimento anche per le medio piccole Associazioni Venatorie non riconosciute”.
(18/10/2011)
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