Lo scorso 28 settembre al Parlamento Europeo si è tenuta la conferenza Biodiversity 2020: the priorities, un'importante evento che per la prima volta ha riunito il mondo della caccia, quello agricolo e quello ambientalista sotto l'auspicio di trovare azioni concrete che possano permettere il raggiungimento degli obiettivi chiave prefissati per il 2020.
Presenti rappresentanti della Face, di Birdlife International, Wwf, Elo (associazione internazionale che riunisce i proprietari terrieri), oltre che i deputati europei Véronique Mathieu e Giancarlo Scottà e il Direttore Generale della Commissione UE per l'Ambiente Karl Falkenberg. "Abbiamo bisogno di guardare le dimensioni degli ecosistemi, non delle nazioni o dei comuni” ha detto Falkenberg, sottolinando l'importanza di giungere a soluzioni il più condivise possibile sui problemi legati alla perdita di biodiversità.
In questo senso, hanno ricordato i rappresentanti della FACE, un ruolo importante lo giocano i 7 milioni di cacciatori europei, la cui attività è fondamentale per garantire la conservazione della natura. Il Manifesto Biodiversità della FACE (in linea con la strategia UE per la Biodiversità), informa che "i cacciatori contribuiscono alla gestione di oltre il 65% degli ambienti rurali dell'Unione europea". Proprio le attività come la caccia, la pesca e l'agricoltura, soprattutto nel bel mezzo della crisi economica, possono essere la chiave per la realizzazione degli obiettivi della rete Natura 2000. D'altra parte, come ricorda il Manifesto FACE “è stato stimato che i cacciatori nella sola UE spendono annualmente circa 16 miliardi di Euro, una buona parte dei quali torna alla natura".
Serve però un contributo da parte di tutti. Alberto Arroyo, del WWF ha sottolineato che: "l'attuale dibattito sul bilancio dell'UE è un'occasione unica per garantire le massime sinergie e benefici per le persone, la natura e la nostra economia. Per sbloccare il potenziale economico della rete Natura 2000 – ha spiegato - è necessario un investimento di 1 Euro al mese per ogni cittadino, ovvero lo 0,05% del PIL dell'UE. Perdere la biodiversità – ha aggiunto - ci costerà quasi 100 volte di più ".
Importante è, e rimane, la cooperazione con tutti i settori interessati: agricoltori, proprietari terrieri, ONG e pubbliche amministrazioni, ma l'UE, sottolinea la FACE, deve adottare politiche significative e dare loro gli strumenti giusti. Tutto si gioca nei prossimi mesi: in giugno il Consiglio UE ha approvato la nuova strategia per la biodiversità entro il 2020 redigendo 34 punti di azione (tra i quali rientra anche l'eradicazione delle specie invasive). Ora il Parlamento UE dovrà redigere e adottare la strategia e proporre le proprie raccomandazioni.
(21/10/2011)
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