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La presenza degli ungulati non è più accettabile, la quantità è tale che produce
danni giganteschi all’agricoltura ed incidenti sempre più numerosi per i cittadini, è il momento di un
intervento drastico da parte di tutti i soggetti coinvolti, dalle Province agli Atc, fino a singoli cacciatori". Lo ha detto l'Assessore regionale all'Agricoltura in Toscana,
Gianni Salvadori, facendo nuovamente presente che la Regione ha dotato gli enti preposti alla gestione degli
strumenti normativi necessari ad intervenire su tutto il territorio regionale ed in ogni periodo dell’anno. "Occorre adesso che Province, Atc e perfino i singoli cacciatori facciano la propria parte” ha detto Salvadori.
“Abbiamo approvato la n
uova legge in materia di caccia – continua Salvadori – già dal febbraio 2010 e quest’anno è stato varato il regolamento di attuazione, mentre è in fase di predisposizione il
Piano Faunistico Venatorio regionale che aggiungerà altri criteri, indirizzi e obiettivi per una sempre migliore gestione della fauna in Toscana.
In particolare le norme vigenti fissano
densità sostenibili di cinghiali, caprioli, cervi e daini. Le Province possono quindi muoversi su due fronti: il primo da attuare in fase di programmazione, elaborando
piani di gestione durante la stagione venatoria e assegnando precisi obiettivi ai cacciatori. Il secondo, da mettere in atto durante il periodo di caccia chiusa, consente di
intervenire su tutto il territorio regionale, anche a divieto di caccia, con
azioni di controllo operate dagli organi di polizia provinciale che coordinano cacciatori appositamente abilitati tramite esami specifici al controllo delle specie ungulate.
Ma non basta – precisa l’assessore regionale – la nuova legge sulla caccia divide il territorio regionale in aree “vocate” alla presenza degli ungulati, dove valgono le norme già descritte, e zone “non vocate”, dove la presenza del cinghiale e degli altri ungulati non è compatibile con lo svolgimento delle attività agricole e dove le Province adottano forme di gestione non conservative delle specie.
Le nuove norme toscane – osserva l’assessore –
costituiscono un esempio che molte Regioni stanno seguendo in materia di gestione degli ungulati e rischia di diventare paradossale il fatto che proprio sul nostro territorio si manifestino ancora situazioni di emergenza per danni. E’ tempo – conclude Salvadori – che gli Enti ai quali la legge regionale delega la gestione mettano in atto in maniera ancora più incisiva le
procedure che abbiamo elaborato in pieno accordo con tutte la parti interessate da questo fenomeno. In questo contesto, anche le squadre di caccia al cinghiale ed i cacciatori di selezione devono impegnarsi per raggiungere in maniera completa gli obiettivi assegnati”.