Basta polemiche, occorre mettere da parte le reciproche avversità per costruire insieme il futuro della caccia veneta. E' il senso dell'ultimo intervento dell'Assessore regionale alla Caccia, Daniele Stival, che sottolinea la disponibilità della Regione al confronto sul merito tecnico dei provvedimenti, a patto che si lavori “per un futuro fatto di certezze e non di scappatoie o, peggio, furberie”. “Che vantaggio può derivare – si chiede Stival in merito alla proposta di intervenire con una nuova delibera sulle deroghe, avanzata da Confavi e Berlato - dall’innescare un confronto duro e pericoloso con la Magistratura? Portare a casa sei, sette giorni di caccia per poi vederci condannare? E’ questo che vuole il mondo venatorio?”.
“Noi – prosegue Stival - crediamo che le deroghe siano una tradizione irrinunciabile, da conquistare nonostante i tanti attacchi e magari dando un segnale all’esterno di responsabilità e condivisione”. “Con tutta serenità, senza polemica alcuna – aggiunge - dico che mi sarei aspettato che qualche associazione, a partire da quella che ha chiesto le mie dimissioni, ci avesse affiancato al TAR per difendere la delibera di Giunta e dimostrare una volta di più che davvero in discussione c’è una caccia radicata nelle tradizioni venete. Ma nessuna si è fatta viva. Certo - scrive - è più facile criticare che costruire”.
Stival ricorda anche i tanti fronti importanti aperti sul tema caccia. “dalla riprogettazione del calendario “base”, che ci vede protagonisti di una prima affermazione rispetto alle limitazioni che si vorrebbero imporre (finalmente, dopo tante chiacchiere, incominceremo a cacciare a febbraio), alla gestione degli impianti di cattura, per i quali - sottolinea - stiamo lavorando al fine di legittimarne la permanenza a dispetto delle posizioni preconcette a livello comunitario, alla nuova Pianificazione faunistico-venatoria, che nascerà su base tecnico-scientifica a garanzia di tutto, e sottolineo tutto, il mondo venatorio. Ma tutto questo sembra non contare. Meglio distruggere e chiedere la testa dell’assessore”.
“Forse – dice ancora Stival - se a livello comunitario si fosse lavorato meglio oggi avremmo lo storno ed anche il fringuello tra le specie cacciabili. Stai a vedere che anche questo è colpa dell’Assessore! Sullo storno non ci sono più scuse per nessuno, a livello nazionale e comunitario. Se l’elenco delle specie cacciabili fosse aggiornato (storno e fringuello sono specie in salute più di altre) non ci sarebbero problemi e potremmo praticare serenamente una forma di caccia radicata nelle tradizioni venete”.
“Aspettando il pronunciamento della Corte Costituzionale e quello del TAR – conclude Stival - ho invitato a Venezia tutti gli Europarlamentari che sono disposti a darci una mano a sbloccare un’inerzia delle Istituzioni comunitarie non più giustificabile. Vedremo se anche su questo saremo capaci di dividerci”.
(26/10/2011)
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