L'Assessore regionale alla caccia in Abruzzo, Mauro Febbo non le manda certo a dire al Wwf. "Capisco che il WWF all'inizio del calendario venatorio debba dire no alla caccia cercando in tutti i modi possibili di fermare l'attività venatoria – scrive l'Assessore - ma che poi tale associazione "spari" numeri al vento questo è incomprensibile e inaccettabile".
Febbo si riferisce alle considerazioni lanciate durante una recente conferenza stampa del Wwf secondo cui il rapporto cacciatori – prede è di 1 a 882, e le prede potezialmente cacciabili secondo il calendario venatorio sarebbero 3 milioni e ottocento mila. Numeri senza fondamento per l'assessore. "Il dato certo è invece ben altro – rilancia Febbo - : in una Regione come la nostra dove esistono Riserve, Parchi e Aree protette rimane il solo il 15/18% del territorio a disposizione dei cacciatori. Quindi di riflesso quei numeri forniti dal WWF non corrispondono in percentuale alla realtà dei fatti e dell'esistente.
L'Assessore, in merito ai contenuti del calendario, torna a sottolineare il lavoro fatto con la Direzione regionale per fornire alla regione percorsi mai avviati prima che condurranno per la prima volta - dice - ad una vera gestione tecnico-scientifica della fauna e dell'ambiente. “Al WWF invece – puntualizza Febbo - consiglio di verificare cosa succede nelle altre Regioni e/o Nazioni (vedi Germania, Olanda ecc.) dove il mondo della caccia non è come loro affermano lobby o merce di scambio elettorale. I cacciatori sono portatori di una nuova economia e la loro presenza è garanzia di tutela e controllo dell'ambiente. Questo obiettivo é ciò che si prefigge questo assessorato e la Direzione dove vi è la consapevolezza per il mondo venatorio di giocarsi prima di tutto una partita di identità culturale e di rispetto di quelle norme che necessariamente in un paese civile devono essere coordinate e concertate con tutti i portatori di interesse e seguendo le indicazioni dell'autorità scientifica. Le indicazioni della scienza rappresentano infatti l'insostituibile caposaldo per sfuggire al tentativo di innescare il conflitto e per evitare derive abolizioniste".
(02/11/2011)
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