“Sia io che mio marito abbiamo sempre insegnato ai nostri figli a vivere nella natura: in autunno c'è la caccia o le lunghe passeggiate per funghi; d'estate c'è la pesca, altra passione che condividono tutti e tre, con lunghe giornate per mare”. A raccontarci la sua bellissima famiglia e il suo rapporto con la natura è Cristina Rizzi, insegnante elementare (oggi casalinga per scelta) di Nova Milanese, moglie di un cacciatore e mamma di due bambini di 11 e 7 anni.
Sono solo pochi anni che il marito Carlo ha deciso di dedicarsi alla caccia, “tutto merito di Arturo, il nostro pointer” spiega. E' per portare lui a caccia che Carlo ha scoperto quella che oggi è una passione che coinvolge tutta la famiglia. “Li abbiamo sempre fatti parte integrante di ogni nostro progetto e loro vivono ogni esperienza come unica - dice Cristina parlando dei figli -. Distinguono già buona parte dei volatili, sanno com'è fatto un cervo e lo distinguono da un daino; hanno visto da vicino in più di un'occasione il cinghiale e sanno la differenza tra un tonno e un bombolito. Quale altro bambino di città, se non il figlio di un cacciatore, potrebbe conoscere tanti animali?”.
Inutile dire che tutti e due non vedono l'ora di avere l'età adatta per poter andare a caccia, quella pratica, col loro papà. “Sanno smontare e pulire i fucili; sanno riconoscere le cartucce e le differenze tra l'una e l'altra. Aiutano il loro papà a sistemare le munizioni, a chiudere in cassaforte le armi e non hanno mai chiesto di poterle vedere al di fuori della sorveglianza del papà, proprio perchè non abbiamo mai trattato l'argomento come se fosse a loro proibito”. Dice orgogliosa Cristina. Anche lei medita di prendere presto la licenza, del resto ha studiato insieme al marito ed è quindi già abbastanza preparata. “Per il momento mi diletto a seguire Carlo - dice - quando è possibile; lo guardo, quando con una cura quasi maniacale pulisce i suoi fucili e quando ne ha restaurati altri, ho cercato di dargli una mano”.
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