Riceviamo e pubblichiamo:
Non è nostra intenzione speculare sulla drammaticità degli eventi alluvionali che stanno funestando la nostra penisola in queste ore, ma non possiamo esimerci dal muovere una forte critica all’approccio ideologico e falsamente ambientalista di gestione del territorio, responsabile in larga misura delle drammatiche conseguenze pagate a caro prezzo dalla popolazione.
Gran parte dei drammi che la cittadinanza delle zone alluvionate sta subendo in queste ore sono il frutto di una distorta percezione della realtà e di un malinteso senso di ambientalismo che vorrebbe impedire qualsiasi tipo di attività umana per il controllo e la gestione del territorio.
Quello stesso ambientalismo che vede nel taglio di un albero all’interno del letto di un fiume, o nel controllo numerico delle nutrie che ne indeboliscono gli argini, una “violenza” contro la natura, è una delle principali cause che hanno portato negli anni ad abbandonare le opere di pulizia e di bonifica dei corsi d’acqua.
Detriti, piante ed arbusti non permettono il defluire delle acque in momenti di portata straordinaria e vengono trascinati dalla piena fino a che non incontrano un ponte, o qualsiasi altro ostacolo, che li trasforma in un tappo, generando esondazioni violente con le drammatiche conseguenze che tutti abbiamo sotto gli occhi.
Intendiamo denunciare fortemente questo approccio ideologico e dissennato perché nel futuro si proceda con maggiore incisività nella gestione del territorio senza assecondare l’approccio ideologizzato e le crisi isteriche di chi antepone la vita di un albero cresciuto nell’alveo di un fiume alla sicurezza dei cittadini.
Ufficio stampa
Movimento per la Cultura Rurale