Non passa settimana senza che qualcuno offenda pubblicamente la categoria dei cacciatori, spesso ignorandone completamente i fondamentali e mistificando la realtà. E' successo questa volta sulle pagine del quotidiano locale Il Crotonese, che ha pubblicato la lettera di un lettore, Giuseppe Trocino, nella quale si definivano i cacciatori “ominicchi” e “esseri vili”. Pubblichiamo volentieri la risposta inviata al quotidiano dal presidente della Fidc Crotone, Angelo Madia, che oltre a riportare il discorso su toni pacati e civili, spiega con estrema semplicità alcuni concetti fondamentali.
Gentile Direttore,
La lettera di Giuseppe Trocino sull’opportunità della caccia al cinghiale e sulle tradizioni che ne fanno seguito si basa su alcune fondamentali omissioni, qualche calunnia e non poche offese alla categoria dei cacciatori. Mi lasci sorvolare su queste ultime che qualificano esse stesse le caratteristiche di chi le esprime. La caccia nelle nostre contrade aveva in antico ed ha recuperato oggi per l’impegno dei cacciatori, una valenza non solo economica ma anche sociale. Produce lavoro, aggrega le persone in associazioni che hanno sempre scopi positivi, guarda all’ambiente senza il paraocchi di quel pietismo che conduce dritto dritto al disinteresse ed è fra le prime cause del dissesto idrogeologico che anche nelle scorse settimane ha devastato l’Italia e provocato negli ultimi cinquant’anni 4122 morti e 84 dispersi. I cacciatori - e l’ho affermato molte volte - sono coltivatori di selvaggina, il che significa custodi dell’ambiente e dei suoi non facili equilibri ed ogni anno provvedono con ripopolamenti a ricostituire un patrimonio su cui hanno inciso in minima parte accollandosi anche le spese per danni provocati da altri.
E’ vero, qualche macchina corre lungo le strade al termine della battuta di caccia riproponendo un’usanza antica, gradita a molti e che fa parte della cultura del territorio: uccidiamo anche le tradizioni che significano affetto e memoria? Infine, mi permetta di confermare che i cacciatori fanno parte della Protezione civile pronti ad accorrere dove la solidarietà chiama. Mentre i vari “Giuseppe Trocino” restano magari in casa a scrivere. Naturalmente contro la caccia.