Il Consiglio dei Ministri di lunedì 21 novembre 2011 ha deliberato l'impugnativa del piano di cattura dei richiami vivi della Regione Lombardia per la stagione venatoria in corso, approvato con la legge n. 16 del 29 settembre 2011.
Tra i motivi dell'impugnativa si legge: “la legge presenta diversi aspetti di illegittimità costituzionale. In via preliminare, si rappresenta che la scelta dello strumento legislativo per dettare tale disciplina anziché dell'atto amministrativo rappresenta una violazione della normativa statale di riferimento, in quanto, come anche ribadito dalla Corte Costituzionale nella sentenza n. 250 del 25/06/2008, l'esercizio delle deroghe con legge provvedimento preclude l'esercizio del potere di annullamento da parte del Consiglio dei Ministri di cui all'art. 19 bis della legge 157/92, "finalizzato a garantire una uniforme ed adeguata protezione della fauna selvatica su tutto il territorio nazionale".
E ancora: "in secondo luogo la normativa in esame, disponendo l'autorizzazione del piano di cattura dei richiami vivi per la stagione venatoria in corso, in assenza del parere favorevole dell'ISPRA, contrasta con l'art. 4, comma 3 della l. 157/1992 che richiede espressamente il suddetto parere. Infatti la disciplina dettata dalla citata norma statale prevede che il ricorso al regime di deroga implica la necessità di attenersi a quanto previsto dall'art. 9, della direttiva n. 2009/147/CE, che prevede la possibilità di autorizzare deroghe "per consentire in condizioni rigidamente controllate e in modo selettivo la cattura, la detenzione o altri impieghi misurati di determinati uccelli in piccole quantità", subordinandole alla comprovata assenza di altre soluzioni soddisfacenti".
(22/11/2011)
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