In una lettera all’assessore regionale Fernanda Cecchini, la Federcaccia umbria ha chiesto un tavolo di confronto con tutte le associazioni venatorie istituzionalmente riconosciute finalizzato alla sottoscrizione di un “protocollo di intesa che definisca principi e linee-guida di politica venatoria”, in base alle quali confermare o modificare le attuali leggi o regolamenti regionali.
Accantonate le polemiche sul calendario venatorio, e dopo una prima consulta – lo scorso 11 ottobre – incentrata sul regolamento regionale per la caccia al cinghiale, Federcaccia torna a chiedere di parlare dell’insieme delle forme di attività venatoria, con particolare attenzione ad alcuni punti-chiave. Come il recupero del patrimonio faunistico stanziale, mettendo in pratica per esempio le misure decise nel piano faunistico; la caccia alla migratoria e le deroghe. In particolare per la selvaggina di passo si prospettano misure di miglioramento ambientale, mentre sul tema deroghe, per la Fidc umbra occorre affrontare il tema sul piano scientifico e abbandonare inutili isterismi in un senso o nell’altro. Questi ultimi, come dimostrano i ricorsi subiti dai calendari venatori di alcune regioni e la recente minaccia di ulteriori sanzioni europee, non portano a nulla di buono.
Il tavolo di confronto, poi, dovrebbe essere in grado di stilare i criteri per il prossimo calendario venatorio, che sia in linea con le direttive nazionali e comunitarie. In particolare sul cinghiale la Federcaccia Umbra ritiene valido il regolamento regionale, che necessita – più che di modifiche – della sua piena applicazione. "Ad esempio regolamentare la caccia al cinghiale in forma singola, dotandola di precisi contenuti etico-venatori, senza dare spazio a ulteriori forme di prelievo del cinghiale che andrebbero giocoforza a sottrarre altro spazio alle cacce differenti. Per le quali, al contrario, - aggiunge Fidc - occorre recuperare territorio, attraverso norme regionali precise che non siano comunque una “gabbia” per i cacciatori, ma che consentano eccezioni per affrontare le varie situazioni particolari all’interno del territorio regionale".
"Al momento - continua l'associazione - inoltre, soltanto l’Atc Pg 1 ha predisposto gli obbligatori piani di gestione dei distretti, la cui redazione è in capo ai vari Ambiti territoriali di caccia. Allo stesso modo ancora urge l’approvazione di un nuovo regolamento per i danni da fauna selvatica. In tal senso, una proposta di regolamento sottoscritta da tutte le associazioni venatorie umbre è già all’attenzione dell’assessore. Infine, il tavolo di confronto auspicato da Federcaccia dovrebbe anche rivedere la legge regionale numero 14 del 1994 e il regolamento regionale numero 6, che stabilisce le norme per la gestione degli Atc".
Nota per i commenti:
Al fine di promuovere una corretta comunicazione tra di noi, è opportuno che ogni utente si identifichi con uno specifico pseudonimo e che utilizzi solo ed esclusivamente quello per ogni commento sul portale. Preghiamo pertanto ognuno di voi di scegliere un nickname (se non il proprio nome e cognome) e di usare sempre lo stesso. Abbiamo inoltre notato che spesso questo spazio è utilizzato impropriamente per non identificarsi in alcun modo e scrivere concetti che dovrebbero eventualmente stare nello spazio del commento, oltre che per offese di ogni genere. D'ora in poi questo genere di "firma" non sarà più tollerata e comporterà la cancellazione dell'intero commento. Ringraziando tutti per l'attenzione, confidiamo in una pronta e continua collaborazione.