Dei 653 mila euro di danni causati all'agricoltura bolognese, ben
136 mila sono quelli imputabili ai fagiani, ovvero il 21% del totale. Un'eccezione, secondo la dirigente del servizio Tutela e Sviluppo fauna della Provincia, Maura Guerrini, dovuta sostanzialmente alla lunga siccità dopo l'ultima semina.
Al secondo posto nella classifica si piazzano specie protette come cormorani e aironi (che attaccano continuamente gli allevamenti di pesce) e le nutrie. Solo dopo queste specie troviamo i cinghiali, che insieme agli altri ungulati hanno provocato nel 2011 (fino al primo novembre) 99 mila euro di danni, in netta diminuzione rispetto ai 132 mila dello scorso anno. Seguono lepri, storni, piccioni e caprioli. In totale le specie cacciabili hanno devastato colture per 340 mila euro, 312 mila quellae protette.
Particolarmente significativo è l'impatto della nutria, animale in continua crescita come confermano i dati sui danni, aumentati del 286%. Un caso a parte il lupo, che in queste aree registra un calo in termini di danni: dai 24 mila euro del 2010 ai 14 mila di quest'anno con 29 attacchi e 88 animali predati (pecore e capre principalmente, più due bovini).