"Per noi il rimpallo delle dichiarazioni con Arcicaccia, che non abbiamo iniziato, finisce qui". Così Moreno Periccioli, Presidente di Federcaccia Toscana, a proposito delle ultime comunicazioni dell'Arci (Dipanare il filo della matassa) diffuse nei giorni scorsi.
"Non penso, come sembra invece l'Arcicaccia, che in Toscana i cacciatori abbiano raccolto risultati che -assomigliano ad un cumulo di macerie" dice Periccioli ricordando il buon lavoro portato avanti insieme alle altre associazioni venatorie "pur fra mille difficoltà, in gran parte dovute ai ritardi ed alle inadempienze della politica nazionale". "La nuova legge, i regolamenti, ora il Piano faunistico in via di definizione - sottolinea Periccioli - ne sono esempio, ma lo è anche la conferma del calendario venatorio che mantiene i tempi di caccia dalla preapertura al 31 gennaio: per Federcaccia Toscana tempi e specie di caccia, sempre declinati sulla scorta delle conoscenze tecniche e scientifiche e mai disgiunti dall'impegno primario nella tutela e gestione dell'ambiente, sono questioni importanti e non sono derubricabili".
"Abbiamo la consapevolezza - sottolinea il presidente di Fidc Toscana - che essere la più numerosa e rappresentativa delle Associazioni Venatorie ci consegna l'obbligo, oltre che della determinazione, della pazienza e della costanza. Applichiamo questo dovere nel lavoro quotidiano che facciamo nell'interesse generale e nella ferma ed intransigente tutela dei diritti dei cacciatori, per conquistare i risultati che ci consentano di sviluppare, in Toscana e dalla Toscana, una caccia moderna, mirata sulla gestione, di soddisfazione per i cacciatori ed utile all'ambiente ed alla biodiversità".
"Questa è la nostra ambizione, l'obbiettivo che ci siamo posti e che perseguiamo con le nostre proposte (le stesse che nell'iniziativa del Baglioni del 2010 avevano raccolto consensi diffusi, compreso quello di Arcicaccia che assieme a noi e ad Italcaccia fu promotrice dell'iniziativa), una piattaforma che guarda alla società ed è aperta a tutti i contributi ma nella quale ai cacciatori è riconosciuta piena cittadinanza per i diritti oltre che per i doveri". "Se Arcicaccia pensa che, di fronte a questi scenari e a queste sfide per la caccia in Toscana, sia più utile soffermarsi sui sofismi di un nuovo -modello culturale- o -nella ricerca di "un altro racconto della caccia"-, è scelta libera che io non commento. Noi lavoriamo, sodo, tutti i giorni, e cerchiamo di ottenere risultati; se, come auspichiamo, si vuol farlo insieme, la porta è sempre aperta."
Aggiornamento del 30/11/2011 ore 17.30
Di seguito la nuova risposta di Arcicaccia Toscana:
A noi interessa la caccia e la verità, non il rimpallo!
Non ci interessa il gioco al rimpallo tantomeno con chi, e ci riferiamo al presidente della Federcaccia Toscana, “ha orecchie per non sentire”. Pertanto anche per noi finisce qui. Tuttavia ci rammarica molto l’essere accusati di “sofismo” a fronte di un’elencazione precisa e circostanziata di fatti accaduti, alla quale si preferisce rispondere, perché più conveniente, con il più scontato armamentario ideologico nel disegnare il profilo dell’Arcicaccia e dei suoi gruppi dirigenti. Ma tant’è!
Confidiamo molto, però, nel senso pratico di quei cacciatori che, avendo seguito il dibattito, e avendoli noi messi nelle condizioni di conoscere la documentazione che il più delle volte viene occultata, avranno certamente colto il nesso tra pensiero ed azione.
Il dibattito, ormai alle nostre spalle, ci fa tornare alla mente l’aforisma di un acuto anonimo che sentenziò: “corretto e trasparente è colui che cambia opinione adattandola alla verità. Molto meno colui che cambia la verità adattandola al proprio pensiero”. Amen
Firenze, 30 novembre 2011