La Coldiretti fiorentina nei giorni scorsi ha annunciato l'avvio di una nuova battaglia mediatica – istituzionale per ottenere misure più consistenti al fine di ridurre la presenza degli ungulati sul territorio, e mitigare così il loro impatto sull'agricoltura. Ne spiega i motivi Roberto Maddè, Direttore della confederazione toscana, che dal sito FirenzeToday risponde alla lettera di una signora, la quale aveva definito gli agricoltori “persone poco ragionevoli” per aver proposto l'allungamento della stagione di caccia ai cinghiali.
Consapevole e convinto che ogni questione debba essere affrontata tenendo conto le diverse sensibilità, Maddè fa presente che la situazione cinghiali è qualcosa di sfuggito al controllo degli amministratori e divenuto nel tempo una vera emergenza, come testimoniano i numeri degli ungulati: 300 mila esemplari nella sola Toscana. Il che non provoca danno solo all'agricoltura: "prima ancora di mettere a rischio le imprese agricole, infatti, - scrive Maddè - l'eccessiva proliferazione degli ungulati ha creato danni, in alcuni casi irreversibili, all'ambiente. La piccola selvaggina è stata spazzata via, la biodiversità risulta annullata, gli ecosistemi appaiono devastati. Ma sono a rischio anche il nostro patrimonio forestale e le sistemazioni tradizionali che rendono unico il nostro territorio (come i muri a secco).
Adesso i selvatici fuori controllo, che si spingono fino all'interno dei centri abitati e alle porte della città a caccia di cibo, creano pericoli reali anche per la salute (diffusione di epidemie) e la pubblica incolumità”. Ne è un esempio la crescita costante degli incidenti stradali causati dalla fauna. "L'agricoltura inevitabilmente paga le conseguenze più gravi di una situazione che, da tempo, ha perso i contorni della normalità – sottolinea il rappresentante di Coldiretti -. Ogni giorno ci giungono segnalazioni di colture e impianti devastati, di produzioni andate perdute, di aziende messe in seria difficolt�da invasioni preoccupanti e difficilmente contenibili di selvaggina.
Nelle campagne si è raggiunta l'esasperazione”.
“Coldiretti, ci consenta la correzione - spiega ancora Maddè - non è un'organizzazione composta da persone irragionevoli che teorizzano lo sterminio della fauna selvatica. Rappresenta agricoltori che rivendicano il loro legittimo diritto a fare impresa, che si impegnano a difendere l'ambiente e il paesaggio, si adoperano per produrre alimenti sani e genuini da portare al consumatore anche direttamente (per abbattere le intermediazioni, ma soprattutto i lunghi trasporti e gli effetti negativi che questi possono avere sul clima e l'inquinamento). I nostri agricoltori sono cittadini di "buonsenso" che chiedono a chi ha competenza in materia di produrre regole di "buonsenso", capaci di tutelare gli interessi di tutti e di garantire interventi ad hoc per uscire quanto prima dalla fase di emergenza”.