Dura critica per l'intervento di Roberto Formigoni su caccia in deroga e richiami vivi da parte dell'Associazione Cacciatori Lombardi, che in una nota ribadisce che “le cacce in deroga sono consentite da Direttive CE e praticate normalmente in numerose nazioni europee” e invita il Presidente della Regione Lombardia ad occuparsi delle inchieste che lo riguardano, anzichè essere così perentorio nel voler abrogare leggi, peraltro approvate dal Suo Consiglio Regionale a maggioranza assoluta.
“I cacciatori Lombardi, il mondo venatorio e tutte le categorie interessate, nel prendere atto delle sue dichiarazioni riportate dai media, - si legge nella nota di Acl - hanno già fatto una prima valutazione politica della intera vicenda ed è auspicabile che si uniscano in un unico nuovo contenitore che possa diventare soggetto politico a livello nazionale entro la fine dell'anno”.
La caccia in deroga, spiega il comunicato, è una realtà recepita dall'ordinamento nazionale e fortemente radicata, ad esempio in zone come le province di Brescia e Bergamo, come caccia tradizionale praticata dal cacciatori che non possono permettersi costose trasferte all'estero. “A questa forma di caccia – continua la nota - sono collegate numerose Sagre e Fiere degli uccelli canterini e da richiamo in tutta Italia. Esse non sono una concessione ma un sacrosanto diritto e come tale vanno considerate ed esercitate. I problemi che emergono ogni anno sono in gran parte legati alla normativa nazionale, in particolare alla legge 157/92 che il mondo venatorio da anni chiede venga emendata per armonizzarla al resto d'Europa. L'art.19/bis della già citata legge 157/92, fintantoché non verrà modificato, metterà in mora qualsiasi regione voglia avvalersi della sua prerogativa di legiferare in materia”.