“Sono 7, le nuove nomine del Prefetto di Catania per le Guardie Zoofile del Nucleo Provinciale ENPA che si andranno ad unire a quelle già in servizio in tutta la provincia Etnea”. Così una nota di Caccia Ambiente che mette al centro i costi pubblici di questa operazione che ritiene non necessaria, visto che “esistono già gli organi di polizia preposti ai controlli zoofili e sicuramente – aggiunge - sono soggetti ben più preparati e meno o per nulla inquinati da pregiudizi”.
Per Caccia Ambiente saranno volontari solo sulla carta: “ in realtà si tratta di simil-stipendiati, secondo richieste mirate di denaro, le cui nomine fanno forse parte di quella politica clientelare che contraddistingue tante istituzioni locali siciliane”. "Il corso per la qualificazione di queste nuove guardie ha avuto un costo così come avranno un costo i contributi per i mezzi che utilizzeranno, per la benzina che consumeranno, per le divise che indosseranno e per i pasti che usufruiranno".
Il problema non sono i controlli per il partito che tutela gli interessi dei cacciatori. “Caccia Ambiente – si sottolinea nella nota - in Sicilia auspica non 7 ma 100 nuove guardie volontarie, ma che siano volontarie a tutti gli effetti e sovvenzionate solo ed esclusivamente con le donazioni o l'autofinanziamento delle associazioni a cui appartengono; che siano inoltre preparate e imparziali”.
Per Caccia Ambiente, il lucro sui finanziamenti pubblici, è invece una realtà che riguarda tante altre associazioni, enti e movimenti. “Il tutto per un giro di denaro stimato in 150 milioni di euro solo in Sicilia, un miliardo di euro in Italia, secondo un calcolo in difetto e approssimativo”.
“Si parta proprio da questo – chiude Caccia Ambiente - si taglino immediatamente tutti questi regalini filo elettorali alle associazioni di comodo e si limitino fortemente le nomine a qualunque ruolo di volontari istituzionalizzati poiché di sceriffi in giro ne abbiamo già troppi e questi nuovi 7 non vogliamo pagarli noi”.