E' una storia lunga quella del referendum regionale che vorrebbe abolire o fortemente limitare la caccia in Piemonte. Una storia partita 24 anni fa e combattuta a colpi di ricorsi e sentenze, culminate con la decisione della Corte d'Appello a dicembre dello scorso anno, con la quale la Regione è stata ammonita per non aver dato seguito alla raccolta di firme da parte di alcune migliaia di cittadini. Durante una recente udienza del Tar la Regione pare abbia garantito che quella sentenza sarà rispettata. Ma non è detto.
Per evitare il referendum, che se passasse di fatto produrrebbe una situazione caotica impedendo ai cacciatori piemontesi di esercitare la loro passione nei tempi e nei termini stabiliti dalla legge quadro nazionale (il quesito chiede il divieto di prelievo per tutte le specie meno cinghiale, lepre e fagiano e di caccia alla domenica), si vocifera che in Regione si stia pensando ad un'accellerazione dell'iter di revisione dell'attuale legge sulla caccia, revisione che al momento è in Commissione in sede redigente. Il problema è che un importate passo avanti dovrà essere fatto a breve termine e che, forse, bisognerà anche inserire modifiche che accolgono alcune richieste contenute nei quesiti refendari. Vi faremo sapere (M.B.).