La caccia in deroga, almeno nella Provincia di Perugia, è stata organizzata secondo le direttive comunitarie. E' quanto dichiara il presidente della Provincia Marco Vinicio Guasticchi, sottolineando che prima di richiedere il prelievo dello storno è stato condotto uno studio approfondito sullo stato di salute di questa specie, che particolarmente in Umbria sta causando problemi alle colture - soprattutto vinicole e olivicole - sempre più in genti di anno in anno.
Gli interventi di prelievo sul territorio della Provincia di Perugia si sono protratti fino a giovedì 15 dicembre, ed hanno consentito di tutelare migliaia di ettari di oliveti, vigneti e frutteti, il che ha costituito una valida risposta al mondo agricolo e a quello venatorio, nel più completo rispetto della direttiva comunitaria in materia di deroghe.
Diverso è il discorso - riporta il sito SpoletoOnline - per quel che concerne la specie Fringuello, tradizionalmente cacciata in Umbria prima della legge quadro nazionale 157 del 1992. In questo caso la Provincia ha fornito all'Ispra i dati raccolti sul passo di questi piccoli migratori, grazie anche al coinvolgimento di oltre mille e 500 cacciatori. Tuttavia, l'Istituto di Bologna ha replciato che i soli dati provinciali non sono sufficienti a determinare la cosiddetta "Piccola quantità" da prelevare, come previsto dalla lettera "c" della direttiva comunitaria. Pertanto il Fringuello non è stato quest'anno oggetto di caccia in deroga; ma la Provincia prosegue i propri studi, mettendo a disposizione sia dell'Osservatorio faunistico regionale sia dell'Ispra.