Un'interrogazione consiliare in Emilia Romagna ha riportato a galla la questione della mobilità venatoria con le regioni limitrofe. In particolare, secondo Andrea Pollastri (Pdl), occorre pensare già ad un accordo con la Lombardia per la prossima stagione per ristabilire il principio della reciprocità. Il fenomeno negli ultimi anni ha assunto dimensioni enormi rispetto a cacciatori lombardi in trasferta nelle province emiliane (Piacenza in particolare), pochissimi invece sono i cacciatori emiliano che si sono spinti a cacciare in Lombardia.
Mentre con le regioni Toscana e Marche esistono tetti massimi per i cacciatori iscrivibili agli Atc romagnoli e criteri di priorità(cacciatori che siano proprietari o conduttori di fondi, titolari di appostamento fisso, nati in Comuni compresi nell’A.T.C. richiesto ed attualmente residenti in Emilia-Romagna, residenti nei Comuni confinanti) , osserva il consigliere, lo stesso non avviene per i cacciatori lombardi.
Uno squilibrio immotivato secondo Pollastri, che chiede lumi sulle ragioni sulle possibili limitazioni numeriche per i cacciatori lombardi e sui motivi per cui non esista un accordo con la Lombardia al pari quelli esistenti con Toscana e Marche e se si intenda stipularlo.