C'era da aspettarselo che prima o poi gli animalisti avrebbero attaccato anche i placidi pescatori e anche che questo avrebbe suscitato una loro reazione. L'occasione propizia è arrivata con la proposta dell'Assessore regionale all'Ambiente di realizzare un nuovo campo di gara europeo sulle sponde del Po, in zona Molinette a Torino, con tre piattaforme accessibili anche ai disabili.
Pilotata sul web e rimbalzata sulla stampa locale, la protesta degli animalisti contro quello che definiscono un "massacro legalizzato" e uno spreco di risorse pubbliche (i soldi però, ha assicurato l'assessore derivano dalle tasse sulla pesca), è arrivata nella casella postale dell'Assessorato regionale tramite decine di lettere. Gli amici degli animali se la prendono con la pesca sportiva, sottolineando che i pesci una volta rilasciati muoiono per il trauma e le ferite inferte dalla cattura.
Della protesta ne ha parlato anche il quotidiano La Stampa, suscitando le reazioni delle associazioni dei pescatori, che a loro volta hanno inondato di mail le segreterie dei due assessorati (comunale e provinciale) perché non cambiassero idea sul campo di gara. Le associazioni piscatorie aspettano ancora una netta presa di distanza da parte della giunta torinese e dello stesso Pd (partito del sindaco Fassino e dell’assessore Lavolta) da questo estremismo animalista. E stanno facendo pressione perché anche le associazioni piscatorie nazionali inizino a contrastare una volta per tutte gli attacchi degli animalisti all’attività di pesca dilettantistica.
Le vecchie prese di distanza della Fipasas nazionale, dalla caccia, sostenendo che la pesca pratica sempre più il No kill senza difenderla come attività in quanto tale, per sottrarsi alle critiche animaliste evidentemente non hanno pagato. Le associazioni ambientaliste presenti in consulta regionale pesca (WWF e soprattutto LEGAMBIENTE, con cui le associazioni di pescatori hanno da tempo una proficua collaborazione), non hanno aderito all’iniziativa degli animalisti.