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storie di caccia e cinofilia
apr21


21/04/2021 15.22 

Cresciuta tra tiratori e cacciatori, conosco da sempre questo mondo e tantissimi cacciatori che condividono con me e con mio padre in primis, questa antica arte e passione.

Ed è nell’ottobre scorso, che, per alcuni video che dovevo girare legati alla caccia alla beccaccia , che incontro due cacciatori, amici d’infanzia, Fabrizio e Maurizio, che mi conducono con loro alla ricerca della regina  e che seguo con grande fatica fisica, poiché questa esperienza, come altre, mi mancava, sulle montagne, insieme ai loro spettacolari compagni di avventura: i Setter Inglesi. 

Decido così, tra una scarpinata e l’altra, di scrivere alcuni brevi articoli sulla loro passione, sui vari tipi di caccia, in primis quella alla beccaccia, dall’addestramento dei cani in poi, avventure varie, storie di amicizie e viaggi di caccia, emozioni ed esperienze e perché no, aneddoti, e di estendere la scrittura dedicandola ad altri amici e famigliari, cacciatori di una vita, e perché no, di ricette a base di selvaggina.
Nasce così una rassegna semplice, ma appassionata, che rendo volentieri al lettore con la speranza di fargli rivivere le stesse emozioni su varie esperienze vissute personalmente e non solo.

Scelgo, come primo breve articolo,” ADDESTRAMENTO”. 

Aprile è il mese dell’arrivo delle quaglie e l’ispirazione và a questo racconto/esperienza.
 
 
 

ADDESTRAMENTO, con Fabrizio Stefano
 

“Sono nato cacciatore ed ho sempre cacciato con i Setter Inglesi. Gli amici mi chiedono quale sia il “segreto” che uso per l’addestramento dei miei fedeli ausiliari.  A caccia ne porto due, sono sorelle, Nikita e Belen. Vengono da Nina, la madre, e Freccia, la nonna. Ho vissuto tutta la vita con i cani, anche di altre razze. La passione è nata molto presto, grazie a mio padre, oggi 92enne, che mi ha avvicinato alla caccia, insieme a mio fratello Francesco.

La linea di sangue dei miei Setter è antica, mi è stata consigliata da amici veri allevatori e cacciatori con grande esperienza, e nel tempo, l’abbiamo migliorata. I cani nascono a casa mia, assisto le madri durante il parto, aiuto a ripulire i cuccioli dalla placenta e mi prendo cura di loro.

Sin dai primi mesi, osservo attentamente il loro carattere e attitudini, perché a mio modesto parere, si vede subito quali siano le attitudini di un fuoriclasse.
 
 

Inizio a portarli su campi aperti a 7, 8 mesi ed inizialmente osservo la loro curiosità: il volo di un uccello, lo svolazzare di una farfalla, l’attenzione ad un qualsivoglia rumore. Tutto occorre a comprendere il carattere, ma soprattutto le attitudini di “cacciatori” dei cuccioloni. Poi, per le due o tre volte successive,  immetto sul terreno due o tre quaglie allevate e attendo che le trovino dall’odore. Ecco che iniziano le prime ferme, ed i primi consensi che miglioreranno nettamente sui selvatici. 

Così, appena possibile, porto i cuccioloni direttamente a caccia, perché l’odore dell’animale selvatico sarà impresso nel cane per sempre e i cani inizieranno a fermare e consentire come fossero un corpo e un’anima.

Ferme precise. Nessun movimento fino a che il selvatico non si muove tra l’erba, per quanto riguarda fagiani e quaglie, possono anche strisciare nel seguirle.  Nessun movimento quando trovano la beccaccia. Immobile la ferma, immobile il consenso. Un duo meraviglioso e appagato. Un duo che se per caso la beccaccia si sposta, fino a che non l’hanno ritrovata, non si fermano mai, qualunque sia il terreno di caccia, con metodo.

Naturalmente e per fortuna, caccio con amici appassionati come me, con anche il loro cane, ed il risultato è lo stesso: metodo, cerca, ferma, consenso, consenso. 

I cani che addestro, anche per amici ed appassionati che me lo chiedano, non hanno bisogno che per chiamarli  il sottoscritto gli urli, mi comprendono al volo da un piccolo fischio, o dallo sguardo.

Ci sarebbero da dire ancora  diverse cose sull’addestramento, ma fondamentalmente, in modo semplice, vorrei svelare il segreto di cui parlavo all’inizio e che mi chiedono in tanti cacciatori ed appassionati di cani da tutta Italia. Il segreto è solo uno e che chi lo comprende avrà sempre dei fuoriclasse, che ripeto, già hanno delle potenzialità da cuccioli.

Il segreto è l’Amore. Amare i propri cani profondamente. Amarli, ovvero ascoltarli, curarli, accarezzarli, capirli.

Un cane a cui viene dato Amore incondizionato, risponde dando altrettanto Amore. E vi darà tutto. E la soddisfazione nella caccia alla beccaccia ed altri tipi di selvaggina sarà ripagata alla grande.”

Michela Pacassoni



Nel prossimo articolo “Le prime avventure di caccia nell’adolescenza: storie di Amici”

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