Anche quest’anno inizia il corso all’abilitazione all’esercizio venatorio; ragazzi giovanissimi, alcuni non ancora maggiorenni e accompagnati da genitori preoccupati perchè convinti che i loro figli andranno bene al corso perché spinti da una grande passione a discapito degli studi scolastici che tenderebbero volentieri a tralasciare; qualcuno anche un po’ “anzianotto” che alla caccia ancora ci crede e vuole intraprendere questa bellissima avventura nonostante i massmedia e gli animalambientalisti insistano nel farci cattiva pubblicità e si ostinino a considerarci assassini, dissociati sociali, bracconieri e quant’altro.
Iniziamo con le presentazioni, è giusto conoscerci un po’ prima di iniziare questo “percorso” che durerà circa 7 mesi sino al gran giorno….quello dell’esame.
Dopo le prime domande di rito: come vi chiamate, dove abitate, studiate o lavorate? arriviamo al sodo……che caccia vorreste praticare e, soprattutto , cos’è per voi la caccia?
A queste ultime domande già iniziano a sciogliersi, la tensione e l’imbarazzo iniziale passano e si intravedono già i primi occhi che brillano e la smania di voler intervenire. Devo dire che quest’anno si spazia molto, dalla caccia al capanno con richiami vivi alla vagante con cane da ferma, dalla “torretta” ai colombacci alla seguita alla lepre con i segugi.
Poi arrivano le risposte che vengono dal cuore: “mio papà è ambientalista ma i miei nonni sono grandi cacciatori e voglio portar avanti questa tradizione”; “il mio papà , invece, ha passione per la torretta ma indimenticabili sono soprattutto i momenti che trascorriamo assieme nel bosco, magari con gli amici che ci vengono a trovare mangiando un panino con la salsiccia e una fetta di polenta calda”; "sono finalmente in pensione e, dopo lunghe pressioni da parte degli amici, finalmente ho il tempo per studiare e fare l’esame dedicando tempo per me, godendomi le gioie che la natura mi regala”; “per me è una “malattia”, nel senso buono del termine. Da bambino sono sempre andato a caccia con papà e ora che ho 18 anni non vedo l’ora di poter godere appieno con lui questa grande passione”.
E la mattina quando ci si sveglia prima dell’alba e ancora assonnati ci accorgiamo che fuori piove a di rotto che si fa ragazzi? “Zaino in spalla, ausiliare al seguito e col fucile gambe in spalla…….di certo la pioggia non ci scoraggerà”!
Ecco…..questo è quello che ogni insegnante vorrebbe sentirsi dire! Perché è giorno dopo giorno che la passione cresce. Non importa la quantità del carniere, la giornata ti riempe di gioia anche solo alla vista del tuo ausiliare in ferma, nel vedere il sole che sorge, nello scoprire come cambia il bosco sotto la pioggia o al levarsi della nebbia!
Poi, per scherzare e consolidare di più un’amicizia che di certo non tarderà a nascere, entro più sul personale: le fidanzate e le mogli cosa dicono? Le risposte variano da:” abbiamo già iniziato ad “addestrarle”” a “non sanno neanche che siamo qua”... e lì scatta la risata fragorosa.
La prima serata di presentazione si sta per concludere e si compilano i moduli per le iscrizioni.
La prossima volta si inizia con la legislazione, ragazzi, l’argomento considerato più ostico…. la L.157/92, modifcihe e applicazioni. Alla prossima settimana, vi aspetto!