“Se riuscissimo ad imparare ad amare lo spazio con la stessa intensità con cui siamo ossessionati dall’idea del tempo, potremo scoprire un nuovo significato della frase ‘vivere come uomini’”
Edward Abbey
Nutro un’incredibile condivisione per il pensiero di Edward Abbey, scrittore statunitense morto nel 1989. Questa citazione, come tutte quelle in cui l’autore, figlio di un cacciatore e bosciaolo, descrive la natura selvaggia è l’essenza delle riflessioni che scaturiscono da chi, proprio come noi, vive a contatto con essa. Impossibile non condividere le feroci critiche che Abbey ha mosso nei confronti dell’industrializzazione ad opera dell’uomo moderno; emozionanti le sue descrizioni della “wilderness”. Eppure, qualcosa non mi torna! Abbey è stato uno dei massimi ispiratori dell’ecoterrorismo mondiale. Egli non ha smosso le coscienze di chi ha imparato ad amare lo spazio nella sua semplicità, vivendolo attraverso le attività rurali ma piuttosto ha infiammato quelle di coloro che hanno poi dato vita ad un ambientalismo radicale ed estremista; un ecologismo che ha preso forma in particolare nelle grandi città ove si è sicuramente più ossessionati dell’idea del tempo che dalla bellezza dello spazio; pare quasi un’inversione di interessi! Perché?
Massimo Zaratin