Diceva Puccini: - Il cane è amico dell'uomo e anche dei cani. Naturalmente non intendo dire dei cani che qualche volta calcano le scene. Ma Nicche è amico dell'uomo anche senza essere un cane-.
Puccini diceva spesso, un po' per celia e un po con qualche parvenza di convinzione, che la sua vera e piú grande passione era la caccia. Il Nicche ribatteva che, se lo diceva il Maestro, doveva essere vero, e lui Nicche aveva il dovere di credergli. Ma secondo lui il Maestro esagerava un poco.
Quando vado a sentire le opere del padrone, e mi commuovo perché la sua musica mi trasporta e mi mette allegrezza o mi fa piangere, mentre invece quando andavamo a caccia insieme, il Maestro non mi commoveva mai. Forse sorridere mi faceva qualche volta quando ti imbroccava certe padelle che facevano scappare via spaventata ma salva la selvaggina che prendeva di mira. Del resto, anche in questo rivelava il suo buon cuore.
Poi però, come a farsi perdonare la critica irriverente, il Nicche aggiungeva:
— Badate che, trattandosi d'un dilettante che non aveva da fare il cacciatore per mestiere, il sor Giacomo era un cacciatore con i fiocchi, da levarsi tanto di cappello. Qualche volta...
Testo tratto da:
Giacomo Puccini si confida e racconta
di Arnaldo Fraccaroli
Milano, Ricordi, 1957