PUCCINI ALLA SORELLA RAMELDE - Pescia
Milano, 12 febbraio 1899
Cara Zoppa di Vencoli,
t'accludo l'unico tipo di ritratto che ho; dàllo al Mochi e che se lo vada a rigirare nel sotto coda...
Io non ne posso più di città, teatri, inviti. Scappo a Torre sabato colla serva. Credo che verrà anche Carignani per 2 o 3 giorni. Elvira e Fosca restano a Milano una diecina di giorni ancora e dopo verranno. Hanno degli impegni e non possono muoversi.
Io ardo dal disio della macchia e siccome finisce il 20, ci ho domenica e lunedì da godermeli ma non c'è niente. Non importa, giro e giro e mi sgavazzo in libertà... Raffaello verrà poi nel marzo quando verranno gli uccelli nuovi. Per ora non c'è niente, neppure in padule: così mi scrive il sor Giovanni. Te come stai o Carcame? Io comincio da parte mia a disfarmi e la demolizione si avvicina. Però per ora sto bene, crescono le rughe, diradano i denti e trema la pelle.
Salutami Otilia, Dide, Nitteti. A proposito dov'è la randagia di Pisa? Sarà di certo da qualche Boccella qualunque. Salutami Raffaello e digli per carità che si occupi di quella benedetta casa mia.
Tanti baci, aff. G. Puccini
Tratto dal volume:
Puccini com'era
A cura di Arnaldo Marchetti
Milano, Curci, 1973