Parigi, 11 novembre 1906
Cara Ramelde,
Come state? Bene? Dammi tue notizie. Quasi quasi invidio voialtri... Sono così stufo di Paris! E il pensiero di andare fra poco a New york mi opprime. Sto così e così, a giorni bene e a giorni male. E' questo porco diabete che fa di questi scherzi. E sì che faccio una vita molto regolata. Ma le feste, gl'inviti, le preoccupazioni mi fanno male. Sto bene a Torre, io: è quella la vita che mi ci vuole. Però quando ci sono mi ci secco. Ora lo desidero ardentemente perchè non ci posso andare. E' sempre così. La Butterfly andrà ai primi di dicembre e credo che sarà un trionfo. Tutto me lo fa sperare. Tu sapessi i successi che ha quest'opera! L'altro giorno andò a New York in inglese e fu un successo piramidale. La tournée cominciò a Washington, Baltimora, Boston. Mi fa male un callo. Vuol piovere. Ho finito, non so dirti altro ma arriverò a forza di chiacchiere in fondo all'altra pagina, vedrai. Ora mi devo fare una pelliccia per l'America poiché là fa freddo. Qui ci sono tante carrozze automobili per vetture di piazza e sono belle e comode. Sterilizzano i fiori che rimangono freschi: e basta una spruzzatina d'acqua per farli rinvivire quando sono un po'... ahimè!
Fui a caccia (perchè devi sapere che ho portato il fucile e il vestito): conigli, fagiani, pernici, lepri, caccia poco divertente perchè sempre in battuta. Io mi diverto molto a cacciare con il cane come si fa a Torre del Lago. Meno selvaggina ma più divertimento. Adieu ma cherie! Saluti a tutti e baci G. Puccini.
Elvira saluta tanto.
Lettera di Puccini alla sorella Ramelde
Tratto dal volume:
Puccini com'era
A cura di Arnaldo Marchetti
Milano, Curci, 1973