La convinzione, ben più che radicata, che la caccia nella preistoria fosse appannaggio soltanto degli uomini, è sempre più messa in discussione dalle evidenze archeologiche. Un nuovo studio, pubblicato in questi giorni sulla rivista Plos, ha analizzato i dati raccolti negli ultimi cento anni da scavi archeologici, al fine di esaminare la partecipazione delle donne a caccia nelle prime società sapiens. Ciò a seguito di alcuni importanti ritrovamenti in alcune antiche sepolture che hanno rivelato ruoli molto importanti di donne in guerra e a caccia (ne abbiamo parlato qui) e che hanno portato a rovesciare l’antico paradigma che limitava il ruolo della donna all’accudimento della prole e alla raccolta.
I dati sugli strumenti e sulle sepolture suggeriscono non solo che le donne di diverse culture hanno intenzionalmente cacciato per scopi di sostentamento ma che avevano un significativo ruolo nella caccia. Studi archeologici hanno identificato strumenti di caccia e resti di animali cacciati associati a donne in diverse regioni del mondo, suggerendo una partecipazione femminile nella caccia durante l'Olocene.
Dai dati analizzati, è emerso che delle 63 società di cacciatori-raccoglitori prese in considerazione, il 79% aveva documentazione sulla partecipazione delle donne alla caccia. Inoltre, in quelle società in cui la caccia era considerata l'attività di sussistenza principale, le donne partecipavano attivamente alla caccia il 100% delle volte. La selvaggina cacciata dalle donne variava a seconda della società, ma in generale, le donne cacciavano selvaggina di tutte le dimensioni, con una preferenza per la selvaggina di grossa taglia.
Si è anche scoperto che oltre il 70% della caccia delle donne era intenzionale, il che significa che le donne svolgevano un ruolo attivo e importante nella caccia e nell'insegnamento della caccia. Le donne utilizzavano strumenti diversi e adottavano strategie di caccia diverse rispetto agli uomini. Ad esempio, alcune donne preferivano cacciare con coltelli, altre con arco e frecce, e altre ancora con una combinazione dei due. Le donne impiegavano anche una maggiore flessibilità nelle strategie di caccia rispetto agli uomini, cacciando con una varietà di partner, tra cui mariti, altre donne, bambini e cani.
Questi risultati indicano che le donne delle società di cacciatori-raccoglitori partecipano attivamente alla caccia e contribuiscono in modo significativo all'apporto calorico complessivo del gruppo. Le donne dimostrano abilità specializzate nella caccia e utilizzano strumenti e strategie specifiche. Questi dati sfidano la concezione tradizionale che vede le donne coinvolte solo nella raccolta di cibo e gli uomini esclusivamente nella caccia. Sottolineano anche l'importanza di rivalutare le prove archeologiche e di decostruire la narrazione generale dell'"uomo cacciatore".
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