Ognuno deve essere libero di esprimere le proprie opinioni, perfino quelle più assurde o dai più percepite come bizzarre. Ma non si può tollerare quando queste opinioni, manifestate con rabbia e toni estremisti, diventano pericolose o dannose. Fermare, con pesanti sanzioni e ammonimenti, chi crede di poter ignorare la legge solo perchè dichiara di non essere d’accordo, diventa quindi un dovere inderogabile, soprattutto in situazioni limite di emergenza sanitaria.
Come accaduto poche settimane fa in provincia di Pavia, nel cosiddetto Santuario Cuori Liberi di Zinasco, gestito da attivisti antispecisti, pronti a tutto pur di “difendere” la vita dei loro maiali, (quasi certamente già contagiati dalla PSA), giustamente identificati e denunciati dalle Forze di Pubblica Sicurezza intervenute in assetto anti sommossa per poter applicare l’ordinanza di abbattimento.
Il problema non è solo l’aver intralciato il lavoro del personale sanitario che cercava di applicare leggi e regolamenti che ci detta direttamente l'Europa, ma l’aver, a monte, favorito l’incremento dei casi nella zona. Questa per lo meno è la tesi della dottoressa Elisa Trogu, veterinaria suiatra, che fa una serie di considerazioni ripercorrendo la particolare situazione del pavese. Secondo la Trogu i tanti casi in questa zona sono dovuti a falle nella biosicurezza da parte di alcuni allevatori, ma anche, in misura probabilmente minore, di questi animalisti. Falle che hanno causato una diffusione anomala della malattia e - di fatto - determinato sofferenze evitabili a centinaia di maiali.
In sostanza la Psa nel Santuario, scrive la veterinaria, presumibilmente ci è arrivata proprio a causa dell’inosservanza di ogni benchè minima misura di biosicurezza da parte dei volontari e dei gestori. A riprova ci sarebbero foto che ritraggono persone nel santuario senza tute e calzari protettivi all’interno del box dei suini. Il santuario, già in periodo di restrizioni, era aperto anche a visitatori esterni, senza l’utilizzo di dispositivi di protezione. “I suini di "Cuori liberi", sono stati contagiati a causa delle persone che entravano senza nessuna attenzione dentro la struttura- scrive la veterinaria - (l'ATS è stata chiamata proprio perché due maiali erano morti) e stavano morendo per la PSA già ai primi di settembre. II 4 settembre vi erano 38 maiali vivi. Quando è stato attuato l'abbattimento degli ultimi maiali in data 20 settembre ne erano rimasti in vita 9”.
Viene da chiedersi dunque come mai chi ama così tanto gli animali non abbia poi l’accortezza di preservarli dal contagio di una malattia con mortalità vicina al 100% che sottopone la bestia ad atroci sofferenze: “nel caso migliore (raro) la forma più acuta causa una morte repentina; negli altri casi i soggetti sviluppano febbre, sindrome emorragica, vomito e diarrea con presenza di sangue” spiega la veterinaria.
In tutto questo i veterinari diventano bersaglio dell’odio, chiamati assassini (proprio come succede ai cacciatori), minacciati e insultati. “I Colleghi che una massa di violenti esaltati sta minacciando di morte hanno semplicemente eseguito quanto prescritto da norme che sono il frutto di studi, conoscenze decennali, oltre che di competenze acquisite tramite il lavoro di migliaia di persone” scrive la dottoressa.
Essere completamente e palesemente dalla parte del torto non li ha fermati. Anzi. Hanno fatto rete. Alcuni giorni fa la Rete santuari ha organizzato un sit in davanti al rifugio in cui è stato eseguito l'ordine di abbattimento dei nove maiali e sabato 7 ottobre scenderanno in piazza a Milano per ribadire che loro alle regole non ci stanno, perchè i maiali detenuti nei loro santuari sono animali da compagnia e come tali vanno trattati. La loro follia arriva al punto di dichiarare che la PSA è un'emergenza economica (quella subita dagli operatori del settore della carne) spacciata per emergenza sanitaria. In sostanza non essendo pericolosa per l'uomo, la PSA può circolare tranquillamente tra i suini. Che muoiano soffrendo molto, evidentemente, non li colpisce granchè.