L’Italia è uno strano paese. Ogni argomento, dal più complesso a quelli derubricabili a semplice gossip, finisce per innescare dibattiti a comparti stagni, con posizioni estreme. La caccia, che è uno dei temi più controversi, ne siamo ovviamente tutti consapevoli, non può fare eccezione, almeno finchè a parlare di questo argomento così complesso ma così d’impatto per i mille risvolti etici, sia la gente comune, ovvero i non addetti ai lavori.
La cosa diventa incomprensibile quando su questi temi, con questi stessi toni da tifoseria, si espongono luminari e uomini di scienza. E’ successo con la recentissima lettera scritta da autorevoli docenti ed esperti di fauna selvatica (uno su tutti l’ex direttore Infs Silvano Toso) al Presidente del Consiglio Giorgia Meloni, in difesa di Ispra e dei suoi pareri sui calendari venatori, che respinge, per partito preso, ogni lecita critica (se non altro perchè ampiamente documentata), proveniente da parte dei cacciatori stessi e di chi li difende a livello associativo e politico, senza per altro rispondere in maniera circostanziata a quelle stesse critiche, bollate frettolosamente come “ingiustificate”.
L’argomento, complesso e delicato, meriterebbe uno sforzo maggiore, anche e soprattutto in direzione di tutelare il ruolo istituzionale di Ispra, che andrebbe potenziato sul fronte della ricerca attiva, al fine di ottenere dati certi e aggiornati che possano mettere al riparo anzitutto da sospetti e illazioni. Già perchè le critiche non sono affatto così infondate, purtroppo.
E’ sotto gli occhi di tutti, basta leggere i pareri stessi, che i periodi di caccia in Italia sulle stesse rotte migratorie di altri Paesi a noi vicini, vengano contratti sistematicamente sulla base appunto della mancanza di dati aggiornati e localizzati (principio di precauzione), nonostante quei dati siano in realtà prodotti, con grande fatica e dedizione, dai ricercatori sul campo delle associazioni venatorie, che lo stesso Ispra abilita per altri tipi di censimenti.
Sul tema interviene anche il Presidente del Parco Nazionale dell'Arcipelago Toscano Giampiero Sammuri, secondo cui accusare l’ISPRA di essere “animalista” o “filo-venatoria” a seconda di quale “tifoseria” si rappresenta è egualmente ridicolo.
Come non essere d’accordo? Lui, che ha difeso strenuamente i necessari abbattimenti dei mufloni sull’Isola del Giglio, incurante delle miriadi di proteste animaliste avallate dalla stampa, che hanno investito anche lì fantomatici esperti scienziati, si chiede come mai chi difende Ispra sui pareri ai calendari venatori, poi non faccia lo stesso quando Ispra certifica la necessità di intervenire per eradicare specie dannose o ridurre le popolazioni di cervi, caprioli e daini. Ma anche su specie più controverse, come lo scoiattolo grigio in molte zone d’Italia, il Castoro in Italia centrale. Perchè, infine, - fa notare sempre Sammuri - non riconoscere il ruolo scientifico di Ispra, anche quando dà il proprio parere positivo per rimuovere alcuni orsi problematici in Trentino o si espone favorevolmente per l’abbattimento di qualche lupo?
Cinzia Funcis