Storica decisione è stata presa oggi dal Comitato Permanente per la Convenzione di Berna che ha approvato, con una larga maggioranza, il declassamento del lupo (Canis lupus) da "specie particolarmente protetta" a "specie protetta". La modifica, segna un cambiamento significativo nella gestione della specie in Europa, che negli ultimi dieci anni ha visto una crescita della sua popolazione dell'81%.
Questa decisione, fortemente voluta da molti Stati membri e sostenuta dall'Unione Europea, è il risultato di un lungo processo, durato più di tre anni, durante il quale sono stati evidenziati i conflitti tra la conservazione del lupo e le attività umane, in particolare l'agricoltura, l'allevamento e la pastorizia.
Il cambiamento non è immediato e richiederà l'aggiornamento della Direttiva Habitat e l'adeguamento delle normative nazionali, permettendo agli Stati membri di adottare piani di gestione locali per il lupo. Questo permetterà, tra le altre cose, di regolare la popolazione in base alle esigenze specifiche di ogni territorio.
"Il prossimo passo - commenta in una nota la FACE (Federation of Associations for Hunting and Conservation of the EU)- prevede una serie di discussioni a livello europeo riguardo alla Direttiva Habitat e alla possibilità di modificare gli allegati per il lupo in determinati contesti. Se verrà concordato un quadro legale, alcuni Stati membri con popolazioni di lupo in "stato di conservazione favorevole" potrebbero spostare il lupo dall'Allegato IV (protezione rigorosa) all'Allegato V (protezione). L'esigenza di mantenere uno stato di conservazione favorevole rimarrà, ma l'approccio alla gestione potrà diventare più flessibile per rispondere alle esigenze locali e regionali".
"Accogliamo con favore la notizia che la proposta dell'UE sia stata positivamente accolta come iniziativa per bilanciare la conservazione e la gestione delle specie. In particolare, questa offre un'opportunità affinché la Direttiva Habitat possa adattarsi a questo successo nella conservazione. Ci sono ancora alcuni ostacoli legali, ma ora sono alla portata", ha dichiarato Laurens Hoedemaker, presidente di FACE.
Le reazioni italiane
Sergio Berlato (FdI/ECR), uno dei principali promotori della causa, ha definito la decisione come il "coronamento di un lavoro durato più di tre anni". L'onorevole ha sottolineato che "ora gli Stati membri potranno dotarsi di piani nazionali di gestione e contenimento per garantire un equilibrio tra le specie di fauna selvatica e le attività umane, a partire dall'agricoltura e l'allevamento". Berlato ha ribadito l'importanza di questa riforma, che risponde alle esigenze del mondo rurale, duramente colpito dalla presenza incontrollata dei lupi.
A fargli eco sono stati Michele Schiavi e Alberto Mazzoleni (entrambi di Fratelli d'Italia), che hanno parlato di una "risposta necessaria e attesa dal mondo rurale". Schiavi ha ricordato come il lupo stia mettendo in ginocchio molte attività agricole e di allevamento, con danni economici significativi. "Finalmente - ha commentato - si potrà procedere con piani di gestione che tengano conto delle realtà locali, garantendo una convivenza più equilibrata tra uomo e natura".Tommaso Razzolini (FdI), Consigliere della Regione Veneto, ha ricordato come questa decisione sia stata fortemente voluta dal territorio, in particolare dalle comunità rurali, e ha sottolineato come il declassamento risponda alla crescente insicurezza e ai danni agli allevatori. "Questa decisione è un passo importante verso una gestione più equilibrata", ha detto, esprimendo fiducia nell'aggiornamento della Direttiva Habitat e nella possibilità di adattare le normative locali.
Maria Cristina Caretta (FdI), Vicepresidente della Commissione agricoltura alla Camera, ha definito la decisione come una "grandissima notizia" per le comunità rurali, aggiungendo che ora sarà fondamentale aggiornare le normative nazionali e procedere con l'adozione di piani di gestione adeguati.
Francesco Bruzzone, Responsabile del dipartimento gestione fauna selvatica della Lega, esprime soddisfazione per il declassamento deciso oggi dalla Convenzione di Berna. Un cambiamento che, secondo Bruzzone, rappresenta un passo fondamentale per una gestione più equilibrata della specie, dopo anni di danni e problematiche legate alla sua presenza in alcune aree del Paese. "Questo cambiamento è avvenuto con le tempistiche che avevo previsto già durante la campagna elettorale per le elezioni europee", ha dichiarato Bruzzone. "Era evidente che, se si fosse arrivati a fine anno, il passaggio non sarebbe stato completato, ma c'era ancora da lavorare per rendere ufficiale la modifica nella Convenzione di Berna. Ora, in Italia, dovremo modificare anche l'articolo della legge 157 che ancora considera il lupo particolarmente protetto." "La decisione di oggi è importante, ma doveva arrivare prima, visto il numero di danni subiti. È ora di iniziare a ridurre la popolazione di lupi, concentrandoci soprattutto su quelli che diventano troppo confidenti con l'uomo e si avvicinano alle case.
Anna Maria Cisint (Lega), eurodeputata, ha parlato di una "vittoria del buonsenso", che permetterà agli Stati membri di agire con maggiore flessibilità nella gestione del lupo. Cisint ha fatto riferimento a un caso recente in Friuli, dove un allevatore ha subito danni ingenti a causa della predazione di un branco di lupi, sottolineando che il declassamento è una risposta concreta a queste problematiche.