Rinnegavo spiaggia ed ombrellone,
per palpitare come un pulcino
tra la paglia dei covoni.
Ripudiavo il mare,
per bere l’acqua fresca
affiorante dalla gora.
E rinnegavo
balocchi e gelati colorati,
per una fionda vera
ed il latte caldo della capra.
E rinnegavo
le serate doviziose e pregne d’afa,
per una battuta al tasso
sotto la luce chiara della luna.
Vivevo appieno tutta la mietitura,
portando vino al nonno
ed una bisaccia a tutta la sua prole.
E quando s’animava l’aia,
le pagliuzze che volavano nel cielo
chiudevano i sudori del raccolto dentro un sacco,
per aprire la stagione
della caccia.
U.Clausi