Cara Vespina, mia fedele amica
dal tuo magico fiuto raffinato,
per tant'anni con te, gioia e fatica
ho condiviso, amica del passato.
Ti rivedo festosa ed impaziente
salterellarmi intorno
come quando sovente,
per la caccia s'uscia prima di giorno.
Il tuo latrar, direi quasi gentile,
par di sentire ancora
e con rimpianto il vecchio mio fucile
riguardo, cui la ruggine divora.
Ora giaci per sempre nella piana
sepolta in mezzo ai rovi
come in ricerca vana
di snidare la lepre dai suoi covi.
L'erba ricopre ormai di te ogni traccia
il tempo si avvicenda, passa e va,
ma nei ricordi, nel parlar di caccia
un tributo di lode si farà.
Fisso lo sguardo nell'immenso vuoto
e tra canizze, lepri e fucilate
un istante rivivo, poi mi scuoto
dalla vision di cose ormai passate.
Addio miei vecchi monti, addio vallate
si spegne in mezzo a voi quello che fu,
con l'eco delle tante fucilate
sfuma la vita e non ritorna più.
Eugenio Castellani