Ero intento alla caccia alle allodole, che proseguiva con buoni risultati. Ed ecco che uno stuolo di sei chiurli, portato dal vento,venne ad inquietarmi. Li percepii che erano alti; poi al mio richiamo, girarono. Si portarono lontano. Li inseguii, gattonandoli. Si levarono ancora, sparirono alla vista ma rieccoli. Mi sorvolarono controvento posandosi a ridosso di un rialzo.
Pensai che era fatta, perché affrontandoli controvento avrei potuto sorprenderli. Avevo a portata di mano un fischietto osseo. Gattonai lento, quasi ginocchioni. Ero lì che li vedevo, ma al limite del tiro. Mi fermai e modulai qualche fischio, qualche nota…si fa per dire! I sei chiurli avvertirono la mia presenza, s’involarono, ma, trasportato dal vento uno mi venne a tiro.
Colpito all’ala, cadde che ancora aveva in sé la forza della vita. Mi avvicinai che fuggiva dimenando l’ala e gridando al cielo la sua sconfitta. Mi guardò da un solo occhio, come sono soliti fare gli uccelli. Così, tanto per conoscere bene il suo nemico e poi chiuse per sempre le ali ai voli. Questa volta la lotta s’era conclusa con la vittoria del cacciatore, ma per il chiurlo era una sconfitta momentanea. Il re dei trampolieri, il potente volatore, si sarebbe ripresentato nei cieli, ad imporre il suo dominio. Ora la sua caccia è stata definitivamente abolita.
Addio, chiurlo maggiore, dal becco ricurvo, dal portamento austero! Se sparirai dalla faccia della terra sarà stata l’umana demenza, il dominio sconsiderato dell’uomo di potere, dell’inquinatore delle tue alcove. E’ questi che nei tuoi confronti ha commesso dei peccati mortali.
Domenico Gadaleta