La bruma della notte si scioglieva al sole nascente e già qualche trillo sommesso si percepiva. Si era alla seconda decade di ottobre e l’uomo cacciatore sperava in una giornata di passo. Ormai di S.Teresa allodole a distesa,ne rimaneva solo la memoria. Il ritorno puntuale delle allodole non avveniva più. Si sperava solo in una buona annata. Quella domenica mattina l’uomo cacciatore era solo con la sua cagnetta da riporto,col calibro venti corroso nei legni e nei ferri, e fra le labbra un fischietto di latta che,di tanto in tanto,soffiava imitando il tio tio dell’uccello.
Si accingeva a raccogliere un fungo che aveva intravisto fra i cardi e avvertì nella nebbia che diveniva via via più rada ,il pigolio di uno stuolo che risaliva. Proveniva dal mare e si portava chissà dove,a svernare. Non fece in tempo a tirare. Era stato sorpreso. Forse sarà giornata di passo,si disse. Si sentiva qualche colpo solitario,poi qualche doppietta serrata. E poi ancora , più lontano e più vicino,gli spari come a inneggiare alla festa della caccia. Ormai ne era sicuro: sarebbe stata giornata di passo. Pensò d’appostarsi a ridosso d’un antico rifugio di pastori. Accarezzò spesso la cagnetta invitandola al riporto, e attese. Tralasciò di raccogliere funghi che erano sparsi un po’ ovunque,ma che lo avrebbero distratto dalla caccia. Fu all’opera col richiamo appreso dal nonno.
Aveva con sé una sessantina di cartucce di calibro venti. Bisognava assicurarsi le allodole a tiro. Ormai il sole era già alto e gli uccelli scorrevano nitidi e visibili nel cielo. Tirò due colpi e giù una sola allodola. Dopo cinque minuti un altro stuolo si presentò. Questa volta l’uomo cacciatore non sbagliò. Mirò sicuro,con calma e decisione e ne caddero due. La cagnetta era all’opera. Gli uccelli si presentarono alla posta ad un ritmo incessante,così come s’era annunciato il passo. Il cacciatore fu impegnato nel richiamo e nel tiro. Quella domenica era solo. Il suo volto s’irradiò di gioia,si tinse di felicità. Sapeva che alla fine di novembre su quelle piane le allodole sarebbero state imprendibili e quindi bisognava approfittarne.
Nella caccia come nella vita le occasioni perdute non si ripropongono più. E quella domenica gli rimarrà memorabile. Consumò tutte le cartucce e ritornò a casa che il carniere era cospicuo. A sera,prima di addormentarsi,rivide la giornata,ne ricapitolò i momenti più belli, e alle visioni di distese verdeggianti e di cieli limpidi,costellati da stuoli di allodole,chiuse gli occhi al sonno,per riaprirli l’indomani alla speranza,al lavoro,alla famiglia e alla prossima giornata di caccia.
Domenico Gadaleta