Nonna Edera vestiva uno scialle fatto di lunghe spighe di grano, il cappuccio era costruito con foglie verdi di palme e le scarpe confezionate con due cortecce di pini. Quanti anni nonna Edera era vissuta a Boscogrande, su quell’eucalipto! Ne aveva visto di trasformazioni! Ogni lustro si avvicendavano uomini armati di asce e seghe che potavano querce,pini ed eucalipti,spogliandoli del tutto, Non avevano alcun rispetto verso gli abitatori del bosco. Al sopraggiungere dei taglialegna,pregava il dio della natura che la risparmiasse. La rugiada la ricopriva appassendola in un letargo sonnolento. Edera durante la bella stagione gratificava i nipotini con erbe e semi appetitosi. Erano i maggiolini,le lucertoline,i ramarri,gli scriccioli,gli storni,i passerotti. Tale comportamento molto generoso era ben accetto dal dio dei boschi che la proteggeva nelle stagioni fredde e inclementi. Abitava al condominio dell’Eucalipto gigante,al primo piano, nel grande bosco. Il capocondomino, Scoiattolo Pancianera, lo amministrava molto bene. Vi abitavano e possedevano la seconda casa tutti i signori della valle e, se qualcuno si comportava da impertinente, l’assemblea degli inquilini lo ricacciava fra gli spineti e le forre inaccessibili.
Intorno al grande ceppo si aggiravano i millepiedi che, d’inverno,scomparivano nei bassifondi e alimentavano l’impianto di riscaldamento il quale era ben curato e l’Eucalipto s’infoltiva di foglie e rami. Al primo piano tre picchi muratori offrivano un buon contributo alla vita del condominio e nonna Edera collaborava con saggezza a quell’amministrazione. Il secondo piano era disabitato perché l’appartamento era sotto sequestro dato che le bevande e i cibi risultavano inquinati da un trattamento fuorilegge fatto da Ramosecco, marito di nonna Edera. Chissà fino a quando si sarebbe protratto quel sequestro, poiché Ramosecco era deceduto.
Al terzo piano vivevano i passeri,gli storni,i pettirossi e i cardellini. Era un pianerottolo molto ciarliero e spesso si avevano litigi e discussioni varie che nemmeno l’amministratore Scoiattolo Pancianera riusciva a ricomporre. Le liti scoppiavano soprattutto nel periodo dei nidi,quando vigeva la legge del più forte. Se i litigi andavano per le lunghe, Scoiattolo Pancianera telefonava a Gazzaladra che interveniva a mettere ordine e chi non si adeguata era espropriato e cacciato nella valle Fossascura, il carcere del quartiere, dove il carceriere Lupo metteva a posto ogni faccenda.
Al quarto piano vivevano i tordi bottacci, i sasselli, qualche storno che saltava dal piano inferiore, le tordele e le cesene. In questo pianerottolo non si litigava mai poiché c’era pastura per tutti e, durante la stagione dei nidi,gli inquilini che possedevano la villetta nel bosco lasciavano il condominio. Era questo un piano molto signorile e,durante la primavera e l’estate, ci si incaricava Gazzaladra per le grandi pulizie.Sarebbe stata ripagata all’arrivo dell’autunno soprattutto dalle cesene che le offrivano doni prelibarti quali piccole arvicole e lucertoline ricercate nel bosco. L’ultimo piano era abitato dai grandi migratori e dagli uccelli stanziali quali le gazze, le cornacchie, i corvi; nella stagione fredda vi stazionavano i colombacci. Gli appartamenti dell’ultimo piano erano tanti e i richiedenti erano tutti soddisfatti. Quando migravano i grandi stuoli di colombi selvatici,le gazze intuivano che era giunto il tempo di essere ospitali e di lasciare il condominio e volavano nel bosco dove possedevano la seconda casa. Insomma al condominio Eucalipto si viveva bene e da gran signori; solo quando si affacciava Uomo, con la sua arroganza, dava un po’ di fastidio, ma subito Corvonero, l’avvocato,era pronto a difendere i diritti del Condominio.
Domenico Gadaleta