Nella contentezza…
scippavo dall’attaccapanni
il primo cappello che mi veniva a tiro.
Le guance erompevano rossore,
e…come un cagnolino da riporto
dietro il mio idolo sognavo.
Sul fianco il tascapane ed attaccata
al collo una fionda che mi faceva sentire
come il Re Leone.
Faceva un passo… e dietro le sue orme
le mie concitate spanne,
un movimento brusco ed io scattante .
‘E quando apriva la chiavetta,
mi inebriavo col metallico rumore e
l’odore della polvere da sparo.
Sento ancora …i profumi
della primavera mia e l’acqua
del battesimo del fuoco.
I primi ruzzoloni e le attenzioni
di una persona Grande quanto l’immensità.
Ancora oggi quando sparo annuso
l’esalazioni della cartuccia vuota ,
una lacrima mi umetta il viso e
va a rinfrescare l’archivio delle nostalgie:
due occhi verdi ,uno splendido sorriso
‘e quando scovo qualsiasi animale
mi echeggia nella mente
la voce di un bambino che bisbiglia :
Attento Attento Papà!
Umberto Clausi