Sentii i tuoi passi accompagnare i miei lungo il nostro sentiero di montagna.
Un soffio di vento portò un brivido lungo la schiena che mi scivolò lungo la schiena.
Fu un pomeriggio d’estate, come anni fa; le sensazioni furono identiche, come se vivessi nei miei ricordi.
Rivolsi lo sguardo al torrente, l’acqua scorreva vivace lungo le sponde mentre un piccolo scoiattolo si arrampicò veloce sull’albero;
vidi i riflessi, dipingere la nostra passerella di legno ormai rovinata…
Sentii l’eco delle nostre risate dentro al cuore;
ancora la tua voce e le tue parole raccontarono di te e delle tue passioni.
Il bosco dei Sette Pani, le montagne, le camminate lungo i sentieri per raccogliere i funghi e le castagne.
"Fai sempre cosa ti dice il cuore, non chiedermi il perché. Sorridi. Con gli anni scoprirai il segreto che ti sconvolgerà la vita."
Mi rimbombò nei pensieri la sua frase, guardai il cielo, per non far scendere le lacrime sul viso;
d’improvviso vidi un battito d’ali accarezzare la mia pelle.
Era lei, lo so.
Le sue ali parvero come le sfumature del cielo: il ritratto dei suoi occhi azzurri.
Volavi con me, come un piccolo angelo accompagnandomi nel prato dei castagni dove mi raccontavi ogni tuo piccolo segreto.
Sentii la forza di quando sorridevi, tenendomi per mano nei tuoi luoghi, regalandomi i valori del bosco e della natura.
Sussurravi i segreti degli animali e delle loro abitudini; mi raccontavi cosa avevi vissuto la scuola, insegnandomi i nomi dei fiori in dialetto, le differenze delle stagioni, i nomi dei funghi e delle piante.
Ricordo che ascoltavamo il suono del vento: tu eri lì, mi sistemavi i capelli facendone una corona con piccole margherite.
Cantavamo insieme, le canzoni degli alpini e della nostra patria, con la musica delle cicale e degli uccelli.
Ascoltavamo la melodia del silenzio delle montagne, “rubando” ciliegie e albicocche nel nostro piccolo orto.
Correvamo lungo i prati con i piedi scalzi, sentendone - nudi - la morbidezza della terra e la freschezza dell’erba.
Ammiravamo le sfumature delle luci dall’alba al tramonto, accogliendone ogni suo dipinto.
Giocavamo con l’acqua e con il fango; non avevamo paura di farci male, o di sporcarci.
Mi regalavi di te ogni sorriso, rendendomi felice con niente.
Ti regalavo ogni cosa di me, dedicandoti ogni fiore e i “non ti scordar di me” erano i miei preferiti per dirti quant'eri bella.
Quanta nostalgia nel mio cammino…
seguii il mio cuore perché non sentii altro da fare in quel momento.
M’accorsi, che tu eri lì, come anni fa, accanto al sasso dove trovai il mio primo porcino.
Vorrei fermar il tempo, così com'era anni fa, per poter far gustare ad ogni bambino i valori e le tradizioni di ogni suo piccolo paese, senza immergersi nell’inguaribile cancro della tecnologia e dei pensieri conformisti della società dell’oggi.
Vorrei che le genti potessero vivere il sorriso nella semplicità di un raggio di sole.
Elisa Perrone