Questo è il racconto di un’azione di caccia alla beccaccia che, circa 28 anni fa, è stata realmente vissuta da me, giovane aspirante beccacciaio poco più che 20enne, mai pago di andare su e giù per le montagne in cerca di beccacce e di esperienza e dal mio giovanissimo e promettente Aston, cucciolone di Setter Inglese di allora, anch’esso, come me, alle prime armi. Aston , con il passare del tempo, con l’esperienza e dopo tantissimi incontri, visto che all’epoca le beccacce, di certo, non mancavano e le giornate che, dall’alba al tramonto, giovani e spensierati, trascorrevamo insieme nei nostri “magici” boschi di Calabria, alla ricerca della Regina di quei luoghi, non ci bastavano mai, divenne oltre al mio fedele ed inseparabile “compagno di caccia e di vita “, quello che per me, oggi, si può definire il cane da beccacce per antonomasia e cioè divenne il mio primo e vero “ cane Beccacciaro “ ed io “crebbi” e maturai esperienza insieme a lui, come cacciatore di beccacce e come uomo.
Io ed Aston ormai, crescendo insieme, eravamo diventati compagni di caccia ed amici inseparabili anche nella vita.
Abbiamo trascorso, in simbiosi, 12 meravigliosi anni di caccia e di vita, pieni di gioie, emozioni e grandi soddisfazioni venatorie e non…… come nella più bella delle fiabe.
Fino a quando un maledetto giorno di S.Stefano, causa una brutta malattia dovuta anche all’età avanzata, mentre era sdraiato sul suo materassino, nell’angolo allestito in casa apposta per lui, al mio sopraggiungere alzò la testa, aspettò che mi sedessi a terra accanto a lui e con un ultimo, intenso e profondo sguardo mi fissò dritto negli occhi e adagiando dolcemente il capo sulle mie gambe, come per chiedermi l’ultima carezza, mi lasciò….. rimanendo, comunque, per sempre nel mio cuore!!!
Io , Aston e la " nostra " prima coppiola .
Era ancora buio, erano le prime ore di una mattinata uggiosa e, da una prima occhiata data fuori dalla finestra, il cielo non prometteva nulla di buono. Comunque, incurante del tempo, spinto da esuberanza tipicamente giovanile, mi alzai convinto, mi preparai e dopo una tazzina di caffè caldo e fumante, presi fucile e cartuccera e scesi in giardino dove il mio, allora giovanissimo, Aston, più convinto di me, mi aspettava, all’interno del suo box, uggiolante e già pronto ad uscire, bramoso d’incontrare la sua prima “Regina del Bosco”. Come da consuetudine, gli aprii il cancello e lui, benché molto giovane, con il suo fare da “veterano”, percorso velocemente il vialetto che lo divideva dalla mia Fiat Panda 4X4, con balzo felino si adagiò nel suo comodo trasportino pronto a partire. Mi avvicinai, gli feci la solita carezza di approvazione, chiusi il portellone posteriore, misi in moto e ci avviammo. Percorrendo la strada tortuosa che portava in montagna e poi il lungo sterrato che terminava nell’immenso bosco di abeti, meta della mia “ cacciata” di quel giorno, nulla lasciava presagire che quello, per me e per il mio giovane Aston, sarebbe stato un giorno “speciale”.
Lungo il tragitto, la mia mente di giovane ed avido aspirante beccacciaio, come al solito, immaginava già un’altra giornata di caccia alla beccaccia ricca di emozioni, in mezzo alla natura aspra e selvaggia dei boschi delle nostre montagne Calabresi. Ripercorrevo, con il pensiero, ragionandoci sopra, quelle che erano state le tante esperienze fatte nei giorni passati, quali le positive e quali le negative, i tanti apprendimenti giusti ed i tanti errori fatti da autodidatta e, soprattutto, con il petto gonfio di orgoglio, rivivevo con la mente, i continui miglioramenti che il mio giovane “pupillo” palesava ad ogni uscita nel bosco ed il mio cuore “scalpitava” come un cavallo al solo pensiero di trovarlo per la prima volta in ferma sulla sua prima beccaccia. Intanto, lasciata la strada asfaltata ed imboccato lo sterrato, oltre alla fine pioggerellina, che mi accompagnava già da un pezzo, incontrai anche la nebbia che, più salivo, più mi addentravo nel bosco e più diventava fitta. Ciò nonostante continuai il mio percorso e, ovviamente, senza demordere, arrivai al vecchio rifugio forestale, sito in quel luogo, dove ero solito lasciare la macchina. Nel frattempo, malgrado la nebbia, si era fatto giorno…. Era ora di muoversi. Scesi dalla Panda, calzai gli stivali, sistemai nella cacciatora tutto l’occorrente per affrontare la giornata di caccia, feci scendere Aston che, ripetendo l’azione in tutte le uscite quasi fosse un rito propiziatorio, venne a sedersi avanti a me aspettando che io gli cingessi il collo con il suo collare in cuoio completo d’immancabile campano sardo e gli dessi il “via” con una carezza sulla testa. Ultimati i “riti” preparatori, accesi una sigaretta e, fucile a spalla, ci incamminammo lentamente lungo il piccolo sentiero che penetrava tra gli abeti, iniziando così la nostra giornata di caccia alla beccaccia, immersi nell’atmosfera ovattata, quasi magica, del bosco di fine novembre.
Avvolti dalla nebbia, Aston comincia ad ispezionare il bosco con cerca ampia e spedita, si spinge in profondità ai lati ma sempre molto collegato, rientra e riparte con sempre più ardore e con sempre più voglia d’incontrare la tanto agognata “Signora” di quei luoghi “incantati”. Scandita dal “batacchiare” del suo campano, la sua cerca continua avida e costante per buona parte della mattinata ed io, zigzagando tra gli abeti nel fitto della nebbia, lo seguo senza sosta, sempre con orecchio attento, “leggendo” il suo modo di perlustrare la selva attraverso il suono melodioso del suo campano. Ma ad un tratto, mentre tutto sembra procedere con assoluta normalità, succede qualcosa: un “semplice” episodio di caccia alla beccaccia con il proprio cucciolone, si trasforma in un’emozione unica ed indimenticabile. A distanza di quasi 28 anni mi sembra ancora di essere lì.....
"Il campano tace , allungo il passo in direzione del luogo dove ho sentito l'ultimo colpo di batacchio. Il solo pensiero di trovare il cucciolone in ferma sulla sua prima beccaccia mi fa salire il cuore in gola. Mentre mi avvicino, tra i vecchi abeti caduti, nella nebbia, noto una sagoma sfocata, immobile. Mi tremano le gambe dall’emozione e dalla gioia, mi avvicino ancora e quella sagoma comincia a prendere forma..... è lui, è fermo !!! Si, è Aston in plastica e spasmodica ferma che "mastica" l'effluvio. Un'occhiata fugace, cerco la posizione migliore, mi piazzo ed aspetto godendomi la scena, in "religioso" silenzio. Sono momenti interminabili, il tempo sembra essersi fermato, ma ad un tratto un frullo fragoroso mi riporta alla realtà..... non una ma, addirittura , una coppia di Regine !!! La “nostra“ prima coppiola !!! Un’emozione immensa !!! Ovviamente nemica della mira……
Due colpi nella nebbia e torna il silenzio. Silenzio "rotto" solo dal suono sordo del campano di Aston che "sparisce" nella nebbia alla ricerca dei quei due "fantasmi" svaniti nel nulla. Aspetto ascoltando le "parole" del campano.
Qualche minuto ancora e, improvvisamente, il campano "zittisce" di nuovo, solo pochi secondi, il tempo di realizzare cosa stia accadendo e, tutto a un tratto, il campano riprende a scandire, con ritmo veloce, il suo suono che sento avvicinarsi sempre di più.
Più il suono si avvicina e più, tra gli abeti avvolti dalla nebbia, intravedo Aston che viene verso di me, con passo trottante, pronto a depositarmi in mano, dopo perfetto recupero, quel " fagotto " scuro che, delicatamente, porta in bocca. Uno dei due "fantasmi" si era materializzato.... Aston mi stava riportando una beccaccia, quella delle due che, evidentemente, avevo colpito.
Io mi chino e lo aspetto, lui arriva innanzi a me, si siede, mi depone la beccaccia sul palmo della mano e, con sguardo languido, "mi chiede" ed ottiene, in quanto meritatissime, un'abbondante dose di coccole e carezze. Finalmente il desiderio mio e di Aston si era ampiamente concretizzato andando oltre ogni immediate aspettative: - Aston aveva trovato e fermato la sua prima beccaccia; - Aston aveva affettuato il suo primo e difficile recupero con conseguente perfetto riporto; - Entrambi avevamo incontrato la nostra prima coppiola; - Aston aveva trovato e fermato la sua prima coppiola ed io ero riuscito ad abbatterne una; - A quel punto, contenti e soddisfatti, entrambi, guardandoci negli occhi, con quella complicità che solo il " Beccacciaro " ed il proprio cane, fedele amico e compagno di caccia, possono avere, “telepaticamente” abbiamo pensato la stessa cosa: "Per oggi va bene cosi, domani è un altro giorno e ci aspettano nuove emozioni!!!”…".
Infatti io, felice come un ragazzino dopo la sua “ prima volta “, rimesso il fucile a spalla, m’incamminai verso la macchina con Aston che, con aria orgogliosa, mi camminava a fianco.
Quella giornata uggiosa, quegli abeti avvolti dalla nebbia e quella coppiola, seppur un “semplice” episodio di caccia alla beccaccia, in realtà, aveva segnato una svolta nella giovane vita di cane e cacciatore……i aveva fatto diventare grandi!!!
Giovanni Mastroianni