Quand’ero permessato dall’istinto,
negli anfibi e nella giacca
di mio nonno, m’ imbracavo d’ebbrezza.
Fucile ripiegato dentro un sacco
ed un’amico complice
per le male fatte.
A piedi per la via, un tozzo di pane
in mano e nel dirupo sotto casa mia
cacciavo la spensieratezza:
passeri,merli, ,corvi e gazze ;
a dir la verità non tanto ladre.
‘E quando il nonno di posta
alla finestra, armato di rimbrotti
e palo ,vedeva le laute risultanze
Diceva a nonna :
“oggi a mezzogiorno brodo misto
d’incoscienza e paccheri assicurati
per domani”.
Entrando dentro, faceva finta di russare nel sonno
con gli occhi spalancati
come una lepre
al covo e sotto i baffi :
l’orgoglio di un nipote cacciatore.
Umberto Clausi