Il cri- cri dei grilli
desta con me
anche la rugiada
che dall’erba s’alza
e si ristora sulla pelle
abbrunita dall’estate.
Respiro finalmente
l’ossigeno carico di buio,
impastato al rosso d’alba
ed alle stille variopinte
che trasudano dai fiumi.
Leggero,
sul tappeto erboso,
affogo l’adiposo;
i drink complici e
i biondi luppoli
che in modo effimero
avevano sedato l’ inerzia
consumata dall’estate.
Vago,
sotto una cinghia
che fa da contrappeso
al moto ,
d’avanti un cane
in corsa di passione trapelato
in un campo scenico
tutto naturale.
Opera sinergica,
proscenio e ribalta,
teatro all’aria aperta
dell’ arte venatoria.
UmbertoClausi