Su
e giù
senza sosta,
un picchio percuoteva
il tronco di un pino. Bengalini a
testa in giù con il bandolo arruffavano
palline e, una beccaccia a candela col becco
i fili tendeva. Il fracasso ridestò scoiattoli e ghiri.
Dal lago uno stormo di anatre s’involò con vinchi,
giunchi e fili d’alghe, adornando l’albero a festa. I merli
portarono con le bacche il colore. Le gazze col malloppo
fissarono monili e paillettes. I colibrì svolazzavano tra le palline
e sotto l’albero fedeli e devoti in preghiera per il santo
bambino. Un fiato filtrato da un otre di capra
faceva richiamo. Un cane, bardato di campano dorato,
mi tendeva insistenti strattoni. Puntando in alto mi faceva
notare dietro la stella cometa una slitta,
trainata da renne e guidata da Bruno, veterano dell’Ars venandi
con la passione del volo.
Era babbo natale, vestito con velli di lepre e pellicce di volpi.
che portava “Bighunter con tutta la redazione in missione”.
E nel sacco: doni, striscioni, parole e messaggi di pace e amore,
l’auspicio più bello
per il Natale e
dell’anno che deve arrivare.
Umberto Clausi