La caccia è una passione interiore. Non saprei spiegarla in altro modo. Mi ha insegnato un sacco di cose, mi ha permesso di stare con mio padre, con amici veri. E' il momento in cui ritaglio tempo per me stesso. Io e l'infinito, insieme. Una cosa unica. Una forma di nirvana. Certe volte è così.
"... Non si capisce bene perchè sia ritenuto giusto uccidere un insetto e non un'anatra ..., tutti i giorni, anche non volendo, uccidiamo qualcosa, anche soltanto camminando. Ma il punto non è neanche questo. Per vivere veramente con la natura, credo che non basti contemplarla. Devi entrarci dentro. Mi rendo conto che questo non è facile da capire, ma entrare dentro la natura significa, anche, imitare il verso degli uccelli, o interpretarli. Avvicinarsi alla creatura, viverla, osservarla, comprenderla. E, a volte, ucciderla".
"... Si tratta di intendersi su cosa si intende per caccia. Io, se potessi, almeno una volta porterei con me tutti quelli che ne parlano male. Devono provare, prima di giudicare. Anche se Peter e Chele all'inizio mi prendevano in firo, su questo aspetto, non sono mai stato un cacciatore da riserva. Né tantomeno mi piace sparare ai fagiani che vengono fatti volare da una gabbia. Io faccio caccia migratoria, aspetto molte ore, caccio all'aria aperta. Di ciò che ho intorno, conosco tutto. Leggo libri, mi documento. Sono anch'io parte di questo tutto. Per me la caccia non vuol dire sparare, ma vivere nella natura, con la natura. Mi alzo la mattina presto, costruisco il mio capanno nella palude, preparo gli stampi, c'è tutto un rito lunghissimo. Sto al freddo, sopporto il gelo, l'acqua, le condizioni più dure. Ma non sento il dolore, la fatica. Perchè è una cosa che mi piace. Sparare è l'ultima cosa che mi piace fare della caccia"
Roberto Baggio
Tratto da Una porta nel cielo (Limina Edizioni)