quel preside che arrivava puntuale
tutte le mattine di novembre,
stipato in una giardinetta famigliare,
con bracchi dentro il cofano accucciati e,
due o tre beccacce adagiate sul sedile.
Dopo aver suonato la campana,
in contromano per le scale,
in abito e bacchetta appariva come un mago,
impartendo ordine e disciplina.
Oggi comprendo zio Gennaro,
un uomo anziano zippato in una vecchia cinquecento,
la sera prima lasciava la città partenopea e,
dopo tremila curve nottetempo,
puntuale all’alba col suo settèr
cacciava sui monti della Sila.
Oggi comprendo l’amico Giuliano che
da Rimini mi giura che,
al primo “movimento di regine” chiuderà
baracca e burattini per raggiungermi.
Oggi comprendo quegli appuntamenti all’alba sospettosi,
che hanno tutti i connotati di una tresca,
amanti che s’incontrano tra i monti,
tra ombre e chiaroscuri,
liberi …
come quelle foglie che nel turbine gioiscono il trapasso,
godendo: istanti, lampi, palpiti, baleni ed emozioni,
prima che l’humus le ingoi.
Oggi comprendo le favole raccontate da mio nonno,
storie struggenti
fra Re galanti e frenetiche Regine,
vicende appassionanti il cui significato
oggi comprendo.
Umberto Clausi