Sotto la corazza dell’abbronzatura,
sento in corpo la vigoria di un guerriero di Riace
alle armi richiamato.
La mente disarciona impegni e convenzioni e,
come un puledro brado,
scalcio nel recinto del civile mondo.
Sbuffa e borbotta l’altra metà del cuore,
fiutando la stagione della caccia ormai alle porte.
Odori di cuoio ed aspri tanfi di lubrificanti,
invadono le stanze.
Spalanco le finestre e nella campitura delle dorate stoppie,
inebriato do il benvenuto agli zefiri dell’aia che,
irrompono portando l’odore della paglia,
del grano e della pula freschi di trebbiatura.
In lontananza,
gli amici miei latrano insofferenti
fremendo come alieni nello spazio senza stelle.
Dischiudo il mio forziere e, mentre ammiro
ad una ad una le cartucce alloggiate nelle celle della cartucciera,
rivedo come in una galleria d’arte,
una sequenza di tele con emozionanti affreschi che aprono
su scorci agresti e venatici ricordi,
assorto a mia volta,
spiego le ali all’apertura della caccia.
U.Clausi