Sotto una pianta antica,
nell’acqua cristallina in riva al limo,
spossati i cacciatori
ti tendono le labbra in un abbraccio,
sgorghi rifocillando l’anima ai coloni e il muso
dei domestici animali.
Contenti la donzella con l’ancella,
il contadino con il suo barile e,
rifocilli a pelo d’acqua tutto ciò che sfarfallia.
La notte inquadri il lustro della luna,
specchio di fluttuanti stelle dentro il cielo,
accogli briganti e bracconieri e,
quando la notte si stempera di buio,
una lepre passandoti davanti
ti consegna all’aurora.
La raganella nei centri concentrici ti sveglia,
l’acqua traboccante del tuo grembo,
s’arresta prima all’orto e poi al pantano,
segue per istinto il corso arcano,
trovando pace in riva al mare.
*abbeveratoio, pila, fontana.
Umberto Clausi