L’estate arranca sfrangiandosi la coda tra le zolle.
Da un’altura, come un pellerossa,
ammiro brezze e chiarori affannanti, mentre s’impollinano
nella foschia premonitori correnti di nordici eventi che
spazzano via l’ultima rondine.
Come un capo tribù invoco nel vento i temporali,
per cacciare le alate sfingi nell’aria e sulle orme impresse nel fango
tutta l’astuzia del regno animale.
In un palpito,
vedo ululare il mio cane alla luna e,
sotto il disco argentato Ballo…con le stelle d’autunno.
U.Clausi